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LE LUCI E LE OMBRE SULL’OCM VINO … SECONDO L’ASSEMBLEA DELLE REGIONI VITIVINICOLE EUROPEE (AREV)

L’Assemblea delle Regioni Vitivinicole Europee (Arev), che raggruppa 65 regioni vitivinicole europee appartenenti a 14 Paesi, ha rilevato luci e ombre nella bozza di riforma dell’Ocm vino, presentato dalla Commissione Europea il 4 luglio 2007. Le misure attinenti agli stanziamenti nazionali sono insufficienti e quelle che mirano a controllare le eccedenze congiunturali non raggiungono l’obiettivo ambito e causano in parte i problemi strutturali sul mercato.

L’Arev chiede, pertanto, “che i programmi di ristrutturazione in vigore siano allargati e ottimizzate le strutture di produzione e di messa sul mercato, così come la gestione della qualità e la gestione delle crisi. Per una miglior conoscenza della produzione e dei mercati, la Commissione non può far a meno di dotarsi di un “pannello di controllo” (“tableau de bord”) della viticoltura europea, e l’Arev rivendica nuovamente l’attivazione di un Osservatorio europeo, che si basa sulla messa in rete degli organismi regionali”.

L’Arev, invece, sostiene “la disposizione della Commissione che mira a trasferire parzialmente la responsabilità per la gestione del mercato del vino verso gli attori a livello regionale e nazionale, istituendo così un modello basato sulla sussidiarietà che rafforza in modo decisivo la responsabilità delle Regioni. Bene anche l’intenzione della Commissione di riformare la maggior parte delle misure di distillazione, ma l’Arev chiede che vengano mantenute, nell’ambito degli stanziamenti nazionali, misure di distillazione per affrontare situazioni di mercato e/o meteorologiche eccezionali e vere eccedenze congiunturali sul mercato (gestione di crisi), senza penalizzare i bisogni di alcol dei produttori di vini alcolizzati (Porto, Xeres, Madera ...).

L’Arev si pronuncia ancora una volta a favore di un controllo delle produzioni massime nei vigneti, responsabilizzato a livello regionale, per ridurre gli eccedenti di produzione di vino in Europa e migliorando nello stesso tempo la qualità. Tale misura, attivata in collaborazione con le organizzazioni di categoria, contribuirebbe in modo efficace a dar respiro al mercato. L’Arev considera, inoltre, la sola vendemmia verde una disposizione inadeguata. Questa misura è incontrollabile e non consente di reagire velocemente alle crisi ed agli eccedenti del mercato.


L’approfondimento - Le posizioni dell’Assemblea delle Regioni Vitivinicole Europee (Arev) …
Estirpazione

L’esperienza degli ultimi decenni ha dimostrato che in un mercato aperto (vasi comunicanti) non si ottiene l’equilibrio riducendo le potenzialità di produzione, ma migliorando la qualità del prodotto e la competitività delle aziende. Le ingenti somme erogate per l’indennizzo di estirpazione mancheranno nel budget per le misure positive che mirano a migliorare la ristrutturazione e la competitività. Questi sussidi sono totalmente sproporzionati rispetto agli aiuti per la promozione. L Arev respinge le modulazione dei premi in base alle produzioni in quanto questo favorirebbe i produttori che finora hanno causato le eccedenze. L’Arev chiede quindi che le risorse previste per l’estirpazione volontaria siano erogate, fino ad un tetto del 30% del budget, nel ambito degli stanziamenti nazionali e che sia data la possibilità agli Stati membri ed in primo luogo alle Regioni viticole di gestire l’estirpazione volontaria per evitare i “buchi nei vigneti”.

Promozione

Sono necessarie azioni di promozione e campagne d’informazione nei paesi terzi, ma esse devono anche rivolgersi con maggior forza al mercato più importante, ossia il mercato interno dell’Unione Europea; devono integrare una comunicazione sui benefici per la salute di un consumo moderato e regolare di vino.

Pratiche enologiche
Deve essere rispettata la pluralità regionale della qualità, dei vitigni e dei metodi tradizionali di vinificazione oggi in vigore. Questa diversità è di per se un fattore di qualità essenziale ed è parte integrante della tradizione viticola. L’Arev è favorevole al riconoscimento di nuove pratiche enologiche in conformità con l’Oiv, visto che la maggior parte degli Stati Membri dell’UE sono anche membri dell’Oiv ed a tal titolo sono coinvolti nei suoi processi decisionali, caratterizzatati dal principio dell’unanimità.

Soppressione del regime dei diritti d’impianto

L’Arev si oppone categoricamente alla liberalizzazione dei diritti d’impianto sia per i vini di qualità che per i vini da tavola. Ciò condurrebbe inevitabilmente al superamento ed all’eliminazione delle piccole e medie aziende così come alla delocalizzazione dei vigneti tradizionali verso le pianure. Ne deriverebbe una perdita d’identità irreparabile per numerose Regioni d’Europa. Negli ultimi decenni, il sistema dei diritti d’impianto ha dimostrato di essere un prezioso strumento per una politica di qualità e per la gestione delle potenzialità di produzione nella stessa Unione Europea. L’Arev sostiene ancora una volta che l´ente più adatta per gestire i diritti di impianti è la regione e chiede quindi che questa competenza sia delegata agli esecutivi regionali.

Trasferimento di budget per lo sviluppo rurale

L’attivazione di misure efficaci, che mirano a migliorare la qualità dei vini e la competitività delle aziende, e di politiche di promozione e d’informazione sul vino europeo necessita del mantenimento di tutti i mezzi finanziari attuali presenti nel primo pilastro, prevedendo nell’ambito del primo pilastro misure di sviluppo specifiche per la viticoltura. Si fa inoltre presente che il cofinanziamento richiesto per i progetti sostenuti nel secondo pilastro non potrebbe essere garantito da numerose Regioni.

Cambio del sistema di classificazione del vino

Da sempre l’Arev rivendica la protezione su scala mondiale delle denominazioni di origine dei vini europei. La proposta della Commissione provocherebbe per il riconoscimento e la registrazione delle denominazioni di origine e delle indicazioni geografiche degli obblighi amministrativi onerosi per i produttori. L’Arev si oppone categoricamente al cambio dell’attuale sistema di classificazione che distingue vini di qualità e vini da tavola. La regolamentazione attuale permette al consumatore di differenziare facilmente vini di qualita da vini da tavolo. La modifica proposta sarebbe quindi anche a svantaggio dei consumatori.

Cambiamento delle regole d’etichettatura

Col pretesto di semplificazione, le regole specifiche di etichettatura per il vino sono abbandonate a favore di disposizioni orizzontali che riguardano l’etichettatura e la presentazione delle derrate alimentari (2000/13/CE), così come il precondizionamento in volume (75/106/CEE), e a favore della direttiva per l’armonizzazione della legislazione degli Stati membri sulle marche (89/104/CE). L’Arev è decisamente contraria a tali disposizioni. Ricorda che le regole di etichettatura sono state riscritte al termine di deliberazioni che sono durate vari anni. L’Arev propone quindi che la Commissione preveda un riesame del diritto di designazione in vigore non prima del 2013.Le attuali regole di etichettatura, che comportano meno menzioni obbligatorie che facoltative, devono rimanere specifici per il vino. L’Arev ritiene che queste non ostacolino in nessun modo la realizzazione di etichettature chiare, semplici e veritiere per il consumatore.

Trasferimento di competenze dal Consiglio alla Commissione

L’Arev, tenuto conto che talune decisioni in merito all’applicazione della normativa che nascerà dall’attuale proposta di riforma avranno implicazioni politiche con ricadute sociali in vaste territori dell’Unione Europea ritiene che queste decisioni rimangano di competenza del Consiglio.

Fonte: resoluzione adottata il 4 settembre 2007 in Alba Iulia, Alba, Romania

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