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DAL CONNUBIO TRA COTARELLA, UNO DEI MIGLIORI ENOLOGI, E SELOSSE, IL PIÙ GRANDE RIVOLUZIONARIO NELLA STORIA DELLO CHAMPAGNE, NASCE IL “DUBL GRECO” DI FEUDI DI SAN GREGORIO. SCIENZA: “IL GRECO DI TUFO, AUTOCTONO ETRUSCO, PERFETTO PER SPUMANTIZZAZIONE”

Italia
Bollicine di Feudi San Gregorio made in Cotarella/Selosse

E tre! Dopo il Dubl Falangina e il Dubl Rosato di Aglianico, la “premiata ditta” Riccarco Cotarella-Anseleme Selosse, sotto il marchio di garanzia di un’azienda come la Feudi di San Gregorio, sforna il terzo spumante metodo classico tratto da uve campane autoctone, ossia il Dubl Greco: il “vernissage” ieri a Milano, con in platea Riccardo Cotarella, Anselme Selosse e il professor Attilio Scienza, che ha rotto il ghiaccio parlando del “Greco di Tufo come di uno dei più antichi vitigni autoctoni italiani, lascito non della cultura greca, come potrebbe erroneamente indurre a credere il nome, bensì della cultura etrusca. Addirittura qualche studioso francese ha pensato che potesse appartenere alla famiglia dei Pinot, il che lo renderebbe ancor più adatto alla spumantizzazione.

Ma cosa può aver spinto uno come Anselme Selosse, considerato forse il più grande rivoluzionario nella storia dello champagne dopo Dom Perignon, nonchè un produttore artigianale di Champagne e non un winemaker itinerante, ad intraprendere quest’avventura in Irpinia? “Per prima cosa, prima di incontrare l’enologo Riccardo Cotarella e il team di Feudi di San Gregorio, avevo appena visitato la regione vinicola spagnola del Priorat. Lì avevo trovato la determinazione a mantenere in vita le tradizioni locali per dare alle nuove generazioni un futuro nella propria terra. In Irpinia, terra ancora ferita dal terremoto dell’80, ho trovato lo stesso tipo di determinazione e di volontà. Io trasmetto idee e conoscenze che la gente del posto deve adattare alla realtà locale”.

Quali sono le finalità del progetto? “Sicuramente - risponde ancora Selosse, che ha spiegato “di non avere intenzione, almeno per ora, di creare cuvée tra le varie uve preferendo vinificarle e spumantizzarle in purezza” - non l’imitazione di qualcosa che già c’è, ovvero Champagne, gli spumanti del Nord Italia e di altre zone. Quello che mi interessa è dare una diversa espressione ai vitigni locali attraverso le bollicine. Dopo la Falanghina, che considero uno spumante per le situazioni di festa, e l’Aglianico rosato, una scommessa, ecco il Greco di Tufo della vendemmia 2004, 36 mesi di permanenza sui lieviti e, secondo me, il migliore, sia per le potenzialità del vitigno sia per l’esperienza accumulata nel frattempo, un vino per occasioni speciali”.
E Riccardo Cotarella? “Lavorare per un’azienda come Feudi di San Gregorio è già un orgoglio in sé, e lavorare con Anselme è un’esperienza straordinaria. Ci siamo subito trovati con la voglia di intenderci, parlando in un misto di francese-inglese, con qualche spruzzata d’italiano. La tecnologia portata da lui non è tecnologia francese: è la tecnologia di Selosse, un personaggio unico. Qui ha trovato questi tre vitigni che, seppur molto diversi fra loro, hanno una caratteristica comune: la tardività della maturazione. Questo permette di avere acidità e mineralità, doti fondamentali per la produzione di spumante, abbinate alla ricchezza offerta dal sole del Mediterraneo”.

Francesco Beghi

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