
Chi l’avrebbe mai detto che Harvard, una delle università più conosciute e autorevoli del mondo, producesse grandi vini nel Chianti? L’accademia statunitense si è data alla vitivinicoltura e non solo (produce anche un ottimo olio d’oliva) nella Tenuta Villa “I Tatti”, che ha ereditato nel 1959 del grande critico e storico d’arte americano Bernard Berenson, e che ospita anche un prestigioso centro internazionale di studi sul Rinascimento italiano.
Una cosa che pochi sanno, due ettari di vigneto da cui, sotto la guida di Andrea Latini, direttore tecnico dell’azienda, che, nel 2001, ha impresso una svolta qualitativa alla produzione, nascono oggi 8.000 bottiglie, per tre quarti di Chianti Colli Fiorentini docg e, per la quota restante, di Rosso Toscano Igt.
Ripercorriamo le tappe che hanno condotto a questo insolito connubio tra “accademia” e “vigna”: nel 1906, Bernard Berenson acquistò la Villa “I Tatti”, situata a Fiesole, nelle immediate vicinanze di Firenze. Tre anni più tardi l’insigne studioso diede incarico a Cecil Pinsent ed a Geoffrey Scott di trasformare il fabbricato padronale e l’annesso, meraviglioso giardino; alla sua morte, nel 1959, Berenson lasciò la Villa “I Tatti”, con tanto di ricchissima biblioteca, alla prestigiosa Università statunitense di Harvard.
La Villa, risalente in parte al XVI secolo, contiene oggi il ricchissimo lascito librario di Berenson, e un altrettanto ampio archivio fotografico; vi sono inoltre raccolte 120 opere d’arte rinascimentale e orientale. Oltre ai terreni dai quali nascono i vini e gli oli dell’università.
La proprietà della Villa “I Tatti” non ha comunque intenzione di fermarsi, e già progetta per il 2008 un ulteriore ampliamento della vigna.
Sulle bottiglie (info: Villa “I Tatti”, The Harvard University Center for Italian Renaissance Studies, Via di Vincigliata 22, 50135 Firenze, tel. 055 603251, alaini@itatti.it) non campeggiano riferimenti harvardiani: il blasonato centro studi non ha certo necessità di vendere - in assoluto e visti i piccoli volumi di produzione - e non intende quindi esibire il leggendario stemma con la scritta Veritas. L’unica icona che si scorge, nelle etichette peraltro molto eleganti sia del vino sia dell’olio, è l’antico monogramma di Berenson, il mecenate innamorato dell’arte rinascimentale italiana: un’ape sormontata da due “B” giustapposte, a formare le iniziali - Bernard Berenson - del grande studioso statunitense scomparso.
Copyright © 2000/2025
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2025