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TROPPI VINI DISORIENTANO I CONSUMATORI: LO AFFERMA UNA RICERCA SVOLTA DALL’AZIENDA RUFFINO INSIEME ALL’ISTITUTO ASTRA. NO ANCHE AI PREZZI ESTREMI: SCARSA FIDUCIA SE SONO ECCESSIVAMENTE ALTI O BASSI

Il 78% di chi beve vino in Italia e l’83% di chi lo acquista si lamenta che l’offerta di etichette sul mercato è esagerata: lo rileva un’interessante ricerca che Ruffino, azienda vinicola toscana, ha commissionato all’Istituto Astra.
Secondo il sondaggio i consumatori di vino risultano disorientati dalla continua comparsa (e spesso altrettanto rapida scomparsa) di nuove etichette: in sostanza la confusione regna sovrana in un mercato che a molti consumatori appare cresciuto irrazionalmente e spesso manca di un’attenzione adeguata alle esigenze della domanda. Negli ultimi due decenni si sono affermate con successo anche proposte del tutto nuove, ma è sensibile nella ricerca Ruffino la tendenza dei consumatori a “scremare” l’offerta, concentrandosi sulle marche di consolidata esperienza, con riconosciute radici territoriali, capaci sia di proporre “evergreen” sia di battere la strada dell’innovazione intelligente.
Dalla ricerca emerge anche un altro dato importante: i consumatori sembrano non amare i prezzi troppo bassi o troppo alti. Nell’ultimo quinquennio è infatti cresciuto in modo sensibile nei mercato del vino il rifiuto dei prezzi estremi. I consumatori preferiscono non acquistare vini a prezzi bassi e bassissimi, che sono oggetto di sospetto e antipatia crescenti. D’altro lato rifiutano i prezzi considerati esorbitanti, non solo nella ristorazione ma anche nella moderna distribuzione. I consumatori risultano sempre più orientati negli acquisti da un concetto di “sostenibilità” dei prezzi del vino, specie nella fascia medio-alta. Il 69% degli intervistati nel corso della ricerca si sono dichiarati disposti ad abbandonare marche e prodotti che appaiono mirare a profitti esagerati e non giustificati dalla qualità di quanto offrono.
Ma come sta andando in generale il consumo di vino in Italia? Per la prima volta dalla fine degli anni ‘80 gli italiani che bevono vino sono tornati a crescere superando la soglia della metà degli adulti (18/79enni): ora sono il 51,4%.
L’universo dei consumatori si divide in quattro parti:
- i “regolari”, che bevono vino almeno quattro volte alla settimana. Ammontano a 9,2 milioni e sono - come nel passato - più della media uomini, dai 55 anni in su, pensionati, con la licenza elementare. Importante novità dell’ultimo decennio: questa popolazione comprende anche soggetti con reddito, consumi e tenore di vita superiori alla media;
- i “saltuari”: 14,9 milioni;
- i “forti bevitori”: 9,6 milioni;
- gli “occasionali”, 5,3 milioni; è in questo gruppo che si è realizzato integralmente l’incremento del numero dei bevitori: un incremento di oltre 1,2 milioni di 18-79enni nell’ultimo quinquennio, soprattutto 35/54enni, laureati, internauti, oltre che ceto medio impiegatizio e salariati. Netta la crescita del consumo saltuario da parte dei 18/34enni, specialmente al di fuori dei pasti in casa, mentre il predominio maschile si riduce progressivamente a favore delle “lei”: le donne sempre più segnalano confidenza e competenza nei confronti del vino, anche se lo bevono in modo piuttosto saltuario.
La ricerca Ruffino rileva che crescono i consumi, mentre aumentano in modo più modesto gli acquirenti di vino, per sé o per altri (+300.000, dal 2003). La quantità di vino viene quindi divisa fra più persone, e quindi il consumo pro capite è in diminuzione. Nuova rispetto al passato è la crescita di acquisti, anche se occasionali, fra i 25/44enni. Con un’aggiunta: l’acquisto personale di vino non è più connotato per genere sessuale, ma coinvolge in misura pressoché identica le donne e gli uomini.
Interessante anche i dati relativi alla geografia dei consumi di vino. Nuove regioni salgono alla ribalta: Sicilia, Puglia, Marche e Umbria iniziano a competere con le aree che fino ad oggi, con una tradizione più che decennale, sono state protagoniste indiscusse dei consumi. I leader tuttavia non cambiano, anche se registrano nei consumi di vino dei mutamenti di tendenza: il Triveneto è (relativamente) in calo, il Piemonte è stabile su livelli elevati, la Toscana è in massima crescita grazie al traino di vini “storici” e di prodotti qualificati e inediti.

Eleonora Ciolfi

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