Credevate che Cina, India, estremo oriente fossero le nuove frontiere dell’esportazione italiana del vino? Siete rimasti indietro: l’ultimo Far West dell’enologia “made in Italy” si chiama Brasile. Cresciuto da quota 75 a quota 118 milioni di dollari nel solo biennio dal 2004 al 2006, con un ulteriore incremento del 32% nei primi mesi 2007 sullo stesso periodo 2006, lo stato carioca si rivela per il Bel Paese un mercato estremamente interessante.
L’Italia è, attualmente, il quarto fornitore di vino del Brasile, dopo Cile (30,1%), Argentina (21,8%) e Portogallo (16,09%) ma i dati sono ulteriormente incoraggianti: nel 2006, infatti, le importazioni di vino italiano sono aumentate del 50,60%.
Canale preferenziale per la diffusione dei nostri vini in Brasile, così come nella maggior parte dei mercati esteri, si conferma la grande ristorazione. Il consumo di vino in Brasile è ancora piuttosto basso, ma il recente interesse dei brasiliani per questo prodotto determina un momento di rapida espansione: unico freno? Il costo elevato.
Il quadro della situazione è emerso dalla missione che l’Enoteca Italiana di Siena e le Donne del Vino, con al seguito 14 cantine italiane, hanno realizzato con l’Istituto per il Commercio Estero (Ice) nel novembre a San Paolo del Brasile.
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