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LA BAGARRE DEL TAPPO DIVIDE IL MONDO ENOICO ITALIANO: DALLA PARTE DEL SUGHERO IL MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE E I SOMMELIER; SUL FRONTE DEL SINTETICO, INVECE, UIV, FEDERVINI E DIVERSI PRODUTTORI

Ormai da tempo il mercato mondiale ha accettato i tappi sintetici, che fra gli altri hanno il vantaggio di evitare lo sgradevole “sapore di tappo”. Anche in Italia i produttori da tempo si stanno muovendo in questa direzione. Per questo motivo Unione Italiana Vini (Uiv) e Federvini avevano chiesto al ministero di poter scegliere se utilizzare il sughero o il sintetico per la tappatura e conservazione delle bottiglie di vino italiano doc.
“La flessibilità che chiediamo è relativa alle sole Doc e non alle Docg - precisa Federvini -, tenuto conto che i prodotti possono andare incontro a consumatori meno legati alle tradizioni dei Paesi produttori. Secondo noi è giusto che questa flessibilità possa trovare spazio nel disciplinare. D’altra parte - aggiunge ancora Federvini -, se rendessimo tutto flessibile, anche le Docg, che rappresentano la categoria di maggior qualificazione dei nostri vini, diventerebbe più complesso indicare i vari livelli della piramide al consumatore congiuntamente ai diversi livelli di cura e controllo”.
Il Ministero delle Politiche Agricole e la Direzione Generale per la Qualità dei Prodotti Alimentari hanno però dato parere negativo a queste richieste: “l’unica concessione che siamo riusciti a strappare - afferma il segretario generale dell’Unione Italiana Vini, Paolo Castelletti - è quella di consentire la tappatura alternativa per alcuni tipi di Doc, con l’esclusione delle riserve e delle qualità superiori”.
“Questa posizione - osserva il presidente della Marchesi di Barolo, Ernesto Abbona - ci mette in polemica con la distribuzione mondiale, che protesta per la nostra insistenza a usare il sughero, sistema che provoca uno scarto calcolato attorno al dieci per cento e oltre, a causa del sapore di tappo”. Da più parti si chiede, insomma, che i disciplinari diano più libertà al produttore di decidere, perché i mercati chiedono tappi di tipo diverso. L’utilizzo del sughero, ad esempio, penalizza il nostro Paese nei confronti di paesi come l’Inghilterra dove è ormai d’uso comune il tappo con chiusura a vite. Di parere opposto, invece, i Sommelier che ricordano come “in Italia si imbottiglia tradizionalmente con vetro e sughero fin dal Settecento”.
Ora indicare la direzione definitiva spetterà ad un’Unione Europea dove il Portogallo, produttore di oltre la metà del fabbisogno comunitario di sughero, è nel proprio semestre di presidenza.

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