“La situazione odierna del mercato del lavoro per i neodiplomati e/o neolaureti in enologia è allo stallo. Il mercato del lavoro specifico per queste figure professionali è oggi saturo”. A dirlo l’Assoenologi, l’organizzazione degli enologi italiani. “Nei prossimi tre anni saranno assunti non più di 450 nuovi tecnici, di cui il 50% dovuto al naturale ricambio per pensionamento degli attuali”.
“Oggi, in Italia, operano - spiegano ancora ad Assoenologi - 4.100 enologi ed enotecnici di cui la nostra organizzazione nazionale di categoria ne raggruppa e rappresenta il 95%; il 40% inquadrato con responsabilità decisionali in aziende private o cooperative, il 10% svolge la libera professione, mentre la rimanente percentuale è impegnata con mansioni diverse; il 74% opera nel Centro Nord, ossia dalla Toscana in su. Le donne sono il 6%”.
Le aziende ad un giovane enologo chiedono soprattutto una preparazione di base all’altezza dei tempi ed alle tecnologie, basata principalmente su una conoscenza tecnico/pratica e non solo teorica: quando un giovane enologo entra in cantina, in vigneto, in laboratorio o in ufficio deve “sapere dove mettere le mani”.
In base ad una recente ricerca, fatta da Assoenologi, risulta che, per il 30%, delle aziende è determinante la conoscenza di almeno una lingua straniera, meglio se l’inglese, percentuale che sale all’80% nelle strutture più grandi. Il 60% delle medie aziende chiede la capacità di utilizzare professionalmente il computer, percentuale che arriva fino al 90% per le imprese più grandi.
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