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“LA QUALITA’ DEL VINO ITALIANO E’ AUMENTATA SOPRATTUTTO NELLA FASCIA MEDIA DELLE ETICHETTE, ED E’ QUI CHE SI VINCE LA SFIDA DELL’EXPORT”. NICOLA BASILE, FIRMA DE “IL SOLE 24 ORE”, COMMENTA IL SONDAGGIO WINENEWS/VINITALY SUL “SENTIMENT” DELLE CANTINE

Italia
Nicola Dante Basile, firma de Il Sole 24 ore

Un recente sondaggio di Winenews.it, in collaborazione con Vinitaly 2008 (3/7 aprile, verona), effettuato su 50 aziende vinicole italiane tra le più importanti per immagine e fatturato, ha evidenziato un “sentiment” che oscilla tra il positivo e il molto positivo per il 2008, soprattutto grazie alle previsioni sull’export.

“È un dato reale sul 2007, anno in cui le esportazioni hanno tirato il mercato del vino italiano - commenta a Winenews.tv, Nicola Dante Basile, giornalista de “Il Sole 24 Ore”. L’export ha smosso la stasi del mercato nazionale, perché non c’è dubbio che la crisi economica in Italia stia mantenendo fermi i consumi alimentari, compresi quelli del vino”.

“Export invece - sottolinea Basile - è andato bene per più motivi: in primis perché in Italia si fanno prodotti di qualità; poi c’è stata la capacità delle imprese eroiche di controllare i flussi di cassa, riuscendo quindi a fare una buona politica di prezzo, mantenendo equilibrato il rapporto con la qualità. E poi - precisa il giornalista del Sole 24 Ore - c’è un terzo fattore che noi dimentichiamo spesso: le aziende hanno imparato a gestire i rischi dovuti al cambio di valuta”.

Una situazione generale che verrà, dunque, confermata anche nel 2008? “Non c’è nulla che lasci pensare che le cose vadano in un’altra maniera sul 2007 - risponde Basile - perché l’economia mondiale non è positiva ma non lo era neanche l’anno scorso. Si può ipotizzare che la situazioni si aggravi, ma le aziende che fanno veramente qualità troveranno sempre i consumatori disposti a pagare, e nel caso del vino i prodotti sono tanti, il mondo del vino italiano fa tanta qualità. Però le aziende devono stare attente all’utilizzo della leva prezzo. Oggi non esistono più soltanto i grandi nomi di spicco che tutti possiamo immaginare, perchè ci sono piccole aziende che fanno grande qualità e che possono vincere la sfida”.

Il sondaggio ha evidenziato che per il 50% delle aziende le etichette più vendute sono quelle tra i 5 e i 7 euro, e quelle che cresceranno di più, per il 30% del campione, saranno quelle tra gli 8 e i 15 euro. Come si legge questo dato?

“L’indagine di Winenews conferma quello che si è detto negli ultimi tempi - spiega Basile -: la qualità è aumentata molto nella fascia media, e quando questo avviene vuol dire andare incontro a un mercato che sta nella “pancia della damigiana”: nel collo ci sono le aziende “top”, che sono un numero più limitato, e che grazie a politiche di marca e a un’immagine molto forte, hanno ancora una fetta di mercato esclusiva, che però è ristretta. La vera battaglia la si gioca nella pancia della damigiana, dove ci sono i grandi consumatori, i grandi numeri”.

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