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FOCUS: FIERAPARMA PER CIBUS (PARMA, 5/8 MAGGIO) ANALIZZA ANCHE LA SALUTE DEL COMPARTO VINO … VEDIAMO I DATI E LE PROSPETTIVE

FiereParma, quest’anno, per Cibus 2008, hanno deciso di realizzare, per la prima volta, uno studio esclusivo, su 14 macroaree merceologiche, le più importanti, del food & beverage (vino compreso).
Il focus, redatto in forma di schede, considera in prima istanza la struttura e la congiuntura di ciascun settore, dopo di che valuta ed entra nel merito delle prospettive a breve del settore stesso. La scheda termina con una sintesi dei principali dati quantitativi.
Il lavoro è stato realizzato dal Centro Studi Cibus, che si è avvalso di materiale di base proveniente da più fonti pubbliche e private.

Ecco il focus sul vino, che qui di seguito vi proponiamo integralmente:
I dati di base - Il settore enologico è il secondo in Italia, per dimensione del fatturato, dell’industria alimentare dopo quello dei lattiero-caseari, e il primo per valore dell’export, con un’incidenza del 21% sulle esportazioni totali del food & beverage. Il giro d’affari calcolato ai prezzi alla produzione, secondo le stime più recenti di Federalimentare, si attesta in Italia sui 10,9 miliardi di euro.
La produzione nazionale, in calo negli ultimi anni, è scesa, secondo i dati ancora preliminari dell’Istat relativi all’ultima vendemmia, attorno ai 44 milioni di ettolitri, toccando il minimo assoluto trentennale. Un quantitativo ottenuto su una superficie vitata che i dati dell’Inventario nazionale attestano attorno ai 730mila ettari. Il sistema delle denominazioni d’origine (tra Doc-Docg e Igt se ne contano in Italia 470), rappresenta poco meno del 60% in volume della produzione vinicola nazionale (esclusi i mosti), con punte di oltre l’80% al Nord; l’altro 40-42% è rappresentato dal segmento dei vini da tavola.
Gli ultimi dati sull’export vinicolo nazionale attestano le vendite all’estero attorno ai 18,2 milioni di ettolitri. Un volume che assegna all’Italia il primato mondiale, con una quota pari al 20% dell’export vinicolo globale, davanti a Spagna e Francia. In termini di fatturato la leadership tra i paesi esportatori resta invece alla Francia. All’Italia spetta il secondo miglior piazzamento con un giro d’affari legato alle vendite di vini oltre frontiera che i dati più recenti attestano sui 3,48 miliardi di euro.
Principali sbocchi commerciali all’estero sono Germania, Regno Unito, Usa, Francia e Svizzera. Per giro d’affari il primo mercato è quello statunitense, seguito da quelli tedesco e britannico. Sul fronte delle importazioni gli ultimi dati ufficiali quantificano i flusso dall’estero attorno a 1,7 milioni di ettolitri, per una spesa di oltre 345 milioni di euro. Fornitori principali sono Usa, Spagna e Francia, seguiti da Portogallo, Germania, Grecia e Cile.
Sui consumi, da diversi anni le statistiche sugli acquisti di vino nel mercato interno segnalano una progressiva riduzione in termini quantitativi a scapito essenzialmente dei vini da tavola. Per le etichette di maggior pregio, al contrario, i consumi manifestano una tendenza alla crescita diffusa, a conferma di uno spostamento delle attenzioni verso il segmento della qualità.
L’Italia resta comunque una delle nazionali, su scala mondiale, con il più elevato consumo pro capite di vino. Le stime Oiv assegnano alla Penisola una media di circa 49 litri a testa, il terzo dato più rilevante dopo quello di Lussemburgo e Francia.
Si stima che il 43,7% delle vendite al dettaglio di vini in Italia avvenga attraverso i punti vendita della grande distribuzione. L’aggregato Horeca (hotel ristoranti e catering) concentra un altro 20% circa, mentre l’8,3% delle vendite fa riferimento al canale enoteche e wine bar. Alla vendita diretta le statistiche assegnano un 9,4% di quota, mentre gli altri canali coprono il restante 18,7%.
Le prospettive - E’ il mercato estero, anche in considerazione del proseguimento della tendenza all’aumento del consumo mondiale, a riservare al settore vitivinicolo nazionale le maggiori prospettive di crescita.
La quota delle esportazioni sul fatturato complessivo, pari ad oltre il 30%, potrebbe infatti ulteriormente consolidarsi nei prossimi anni, soprattutto tenendo conto delle potenzialità di vendita ancora parzialmente inespresse nelle nazioni del Est europeo e in misura maggiore nei mercati asiatici.
Tra i Paesi emergenti lo sbocco più promettente è quello russo. In soli tre anni le esportazioni di prodotti enologici made in Italy verso Mosca sono quasi triplicate a volume. Rilavanti i tassi di crescita anche in Cina e India, dove i flussi di spedizione restano però ancora molto modesti in termini assoluti.
Sotto il profilo del marketing sia sul mercato interno, sia all’estero uno dei principali fattori di sviluppo resta la qualità, associata a una adeguata politica di prezzo. Anche la comunicazione, che nel settore vinicolo rappresenta un’importante leva commerciale, ha svolto un ruolo determinante e continuerà a rappresentare un elemento di stimolo per i consumi finali.
Nel canale Horeca emergono alcuni elementi di criticità sugli sviluppi di medio termine, soprattutto in relazione agli alti prezzi dei vini consumati al ristorante. Le previsioni sono comunque migliori per il segmento dei rossi. All’estero una strategia di successo per i vini italiani, in un contesto competitivo mondiale ormai molto spinto soprattutto per le pressioni esercitate dai paesi del Nuovo Mondo, non potrà prescindere da una maggiore diversificazione dei mercati di sbocco, oggi troppo concentrati (le prime cinque destinazioni concentrano il 70% dell’export complessivo), e dall’attuazione di politiche di marketing innovative, in grado soprattutto di intercettare i nuovi gusti dei consumatori e di esaltare, con un’adeguata ed efficace comunicazione, gli elementi distintivi delle produzioni italiane. Determinanti, anche sul mercato interno, saranno gli sforzi tesi a consolidare le conoscenze e le informazioni sul mondo enologico e il suo legame con il territorio (enoturismo, strade del vino …). Non favoriscono invece il settore, soprattutto sul piano dell’immagine, le sempre più frequenti campagne contro il consumo di bevande alcoliche, che investono ovviamente anche il comparto del vino.
Il vino - Le cifre in Italia
Fatturato alla produzione - 10,9 miliardi di euro
Produzione - 44 milioni di ettolitri
Export - 18,2 milioni di ettolitri
Fatturato all’estero - 3,48 miliardi di euro
Import - 1,7 milioni di ettolitri
Spesa per le importazioni - 345 milioni di euro
Consumo pro capite - 49 litri

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