Aumentano in Italia le cantine che dedicano parte della loro produzione ai vini kosher, ovvero rispettosi delle prescrizioni ebraiche: quest’anno anche la cantina campana Feudi di San Gregorio, tra le 50 più importanti d’Italia, lancia due etichette prodotte con due vitigni autoctoni: il Fiano d’Avellino e l’Aglianico, ma nel pieno rispetto delle prescrizioni ebraiche.
“Al momento in Italia sono una decina le aziende che producono anche vino kosher - spiega Mosé Silvera, importatore e distributore di vini israeliani - la produzione più grossa é quella della Giordano, che fa 2 milioni di bottiglie all’anno, tutte destinate all’esportazione verso Usa e Canada.
“Ma il vino kosher - spiega anche Silvera - è un prodotto che trova molto mercato anche in Italia, “soprattutto a Milano, più esigente e alla costante ricerca di sapori nuovi, e a Roma, più attenta al prezzo”.
“Per rispettare i dettami ebraici - spiega Alessandro Calmieri di Feudi di San Gregorio - è necessario che solo ebrei osservanti vengano a contatto diretto con la lavorazione, per cui abbiamo preso due ragazzi ebrei e gli altri potevano solo dare consigli ma senza toccare nulla”.
Tra le altre regole, per produrre un vino “kosher”, non possono essere usati alcuni lieviti di derivazione animale e ogni sette anni bisogna lasciare riposare i vigneti.
Copyright © 2000/2025
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2025