02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2024 (175x100)

LE CITTÀ DEL VINO ELABORANO IL NUOVO METODO DI PROGRAMMAZIONE DEI TERRITORI A PIÙ ALTA VOCAZIONE VITIVINICOLA. FUNZIONALMENTE EFFICIENTE, ESTETICAMENTE APPAGANTE E SOCIALMENTE CONDIVISO: ECCO LE TRE REGOLE DOC PER PROGRAMMARE UN TERRITORIO A 360°

Italia
L’Italia del cibo e del vino

Un paesaggio armonico e decisamente “bello” nasce dalla consapevolezza che un territorio rurale, di cui quello vitivinicolo è parte importante, debba essere tutelato e valorizzato, dal punto di vista della biodiversità, dell’equilibrio ambientale, difeso dai fenomeni di degrado e di consumo sconsiderato del suolo. Le Città del Vino di tutta Italia, in Convention in Calabria (Frascineto, da oggi al 22 giugno) elaborano e discutono il nuovo metodo per il piano regolatore dei territori a più alta vocazione vitivinicola del Paese, nel convegno “Verso il nuovo piano regolatore delle Città del Vino. Contributi, esperienze, buone pratiche”: programmare un territorio a 360° o elaborarne il piano regolatore significa proprio questo, riflettere sull’importanza del paesaggio come valore e punto di partenza per lo sviluppo di un intero territorio, al fine di renderlo un “modello del buon vivere” in quanto funzionalmente efficiente, esteticamente appagante per il turismo, e socialmente condiviso perché in grado di trasformare tutto ciò in valore anche economico, a tutto vantaggio della qualità e competitività dei propri prodotti.

“Ciò che in apparenza può sembrare una pratica assolutamente istituzionale - sottolinea il presidente delle Città del Vino, Valentino Valentini - riservata al solo ambito amministrativo dei Comuni, è invece una vera e propria programmazione a 360° di un intero territorio e il punto di partenza del successo ambientale, estetico, sociale ed economico, tanto che le Città del Vino possono essere oggi considerate “modello del buon vivere” in Italia”.

Il Piano Regolatore delle Città del Vino - quasi 600 comuni e 30 tra province, comunità montane, strade del vino e parchi, corrispondenti al 6,7% dei comuni, al 70% del vigneto Italia, all’89% dei vini Doc, Docg e Igt, al 15% dell’offerta turistico-ricettiva - nasce dall’idea che le aree a vocazione vitivinicola e quindi l’mpianto dei vigneti, la tutela dei vigneti storici, l’uso sostenibile del suolo, il suo equilibrio idrogeologico, la lotta all’erosione, la tutela dell’ambiente rurale, la bellezza del paesaggio agrario, debbano entrare a pieno titolo nella pianificazione territoriale e urbanistica dei Comuni italiani, per incrementare la produttività delle aziende e permettere alla viticoltura di mantenersi aggiornata e competitiva.

Con il Prcv, le Città del Vino assistono i Comuni nella formazione del proprio strumento urbanistico generale, fornendo una traccia metodologica alle amministrazioni pubbliche che vogliano adeguare i propri strumenti di governo del territorio e perseguire lo sviluppo sostenibile delle aree rurali, adattando la metodologia generale alle situazioni specifiche.

Lanciato nel 1997, il Prcv esige ormai di essere adeguato alla nuova realtà, fatta di nuove tecniche di impianto e coltivazione, cambiamenti climatici e modifiche importanti negli strumenti urbanistici e soprattutto alla luce dell’emanazione nel 2000 della Convenzione Europea del Paesaggio, grazie alla quale il paesaggio è giuridicamente riconosciuto come “componente essenziale del contesto di vita delle popolazioni, espressione della diversità del loro comune patrimonio culturale e naturale e fondamento della loro identità” e risulta dunque necessaria la sua integrazione “nelle politiche di pianificazione del territorio, urbanistiche e in quelle a carattere culturale, ambientale, agricolo, sociale ed economico”.

Sono queste le tematiche fondamentali del Convegno, che ha visto il confronto fra il gruppo di lavoro formato dagli architetti Pier Carlo Tesi e Luigi Zangheri e dal professore dell’Università di Firenze Lorenzo Vallerini - protagonisti di un’ampia e articolata azione di arricchimento del Prcv, con specifici contenuti in tema di paesaggio - e alcune delle più avanzate esperienze condotte in territori vitivinicoli di grande rilievo, come San Gimignano, Castagneto Carducci, l’area del Prosecco e i Comuni del Chianti Classico. Il materiale raccolto nell’incontro, le esperienze compiute ma anche i problemi posti, sarà messo a disposizione di tutti i Comuni e soprattutto sarà materia prima preziosa per la continuazione del lavoro di aggiornamento del Prcv, che si chiuderà con la presentazione dei documenti finali nel prossimo novembre a Venezia per Urbanpromo, evento di marketing territoriale promosso dall’Istituto Nazionale di Urbanistica (Inu), che vedrà anche la premiazione del Concorso per il miglior piano regolatore delle Città del Vino.


Il Prcv nel dettaglio ...

Le 4 regole per la pianificazione integrata degli spazi aperti:

1) Regole d’espansione urbana e dei piccoli centri;

2) Regole di riqualificazione e riuso di edifici e sistemi insediativi rurali;

3) Regole per gli insediamenti produttivi di nuova costruzione (annessi agricoli, cantine, zone artigianali e commerciali);

4) Regole per la difesa e la valorizzazione del paesaggio agrario a livello aziendale.

Lo strumento …

il Sit è lo strumento utilizzato per identificare, rappresentare e misurare le zone o sottozone del territorio che riuniscono le caratteristiche significative per la qualità dei vini, ordinando poi queste sottozone per qualità decrescente, dalle migliori alle peggiori, ottimizzando così i risultati ed elaborando una pianificazione del territorio orientata alla sostenibilità attraverso 4 diverse Carte:

Carta delle vocazioni agro-forestali, viticole e non, cioè la zonazione completa del territorio in esame e l’individuazione delle famiglie di terroirs più o meno vocate alla qualità dei vini;

Carta della capacità d’uso dei suoli per grado di vulnerabilità a fattori degenerativi come l’erosione, la franosità ...;

Carta degli equilibri ecosistemici e reti ecologiche a partire dall’analisi degli elementi che costituiscono gli ecosistemi (flora e fauna locali, biodiversità, prati e pascoli, colture ...;

Carta dei valori e delle unità paesistiche a partire dall’analisi della morfologia del paesaggio urbano e rurale, dei processi di decontestualizzazione, intrusioni ... .

I risultati …

sappiamo a questo punto con ragionevole certezza scientifica:

- quali vitigni coltivare e dove per ottenere buoni risultati;

- i limiti d’uso dei suoli e le tecniche per non pregiudicarne la stabilità, la consistenza, la fertilità;

- una mappa completa della consistenza reale della risorsa suolo agrario da tutti i punti di vista significativi per lo sviluppo sostenibile;

- dove non tracciare nuove strade di grande comunicazione, non prevedere insediamenti industriali;

- le regole d’uso dei suoli per costruire o riadattare gli edifici che servono all’agricoltura: le nuove cantine, i magazzini, eventualmente le nuove case degli agricoltori;

- dove non impiantare nuovi vigneti o proseguire la coltivazione, indicando valide alternative produttive/ambientali;

- dove indirizzare il denaro pubblico per sostenere la viticoltura nelle aree più adatte, per incoraggiare le tecniche intrinsecamente protettive dei suoli, la coltivazione di varietà particolari minacciate d’estinzione, le produzioni tipiche non abbastanza sostenute dalle tendenze spontanee del mercato.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli