02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2024 (175x100)

“SAVE MIGUEL”, CAMPAGNA PORTOGHESE PER SALVARE IL TAPPO DI SUGHERO IN AUSTRALIA. SU MAGLIETTE, STRADE E INTERNET L’APPELLO DEI PRODUTTORI LUSITANI. L’AUSTRALIA IL PAESE CHE IN PROPORZIONE UTILIZZA MENO SUGHERO E PIÙ TAPPI A VITE, IN 7 BOTTIGLIE SU 10

“Save Miguel”: è questo l’appello allarmante che, da qualche giorno, campeggia su magliette, cartelloni, ponti e strade dell’Australia, e perfino sul web (www.savemiguel.com). Ma non si tratta di una persona in difficoltà. Si parla del tappo di sughero per le bottiglie di vino, che secondo alcuni sarebbe chiamato così in Portogallo, che di sughero è il terzo paese produttore al mondo. Secondo il quotidiano australiano “The Australian”, si tratterebbe addirittura del nome di una foresta portoghese.
“Save Miguel” è il nome della campagna che i produttori di sughero portoghesi hanno messo in atto proprio in Australia, che i proporzione sarebbe il paese in cui vengono utilizzati meno tappi di sughero: 7 bottiglie su 10 avrebbero infatti chiusure a vite di metallo o di plastica. E la proporzione è destinata ad aumentare, visto che da giugno 2009 anche la Wolf Blass, una delle più importanti case vinicole australiane, rinuncerà completamente al sughero.
Un colpo molto duro per il Portogallo, che in alcune regioni vede l’80% della popolazione dipendere proprio dall’industria del sughero, che conta ben 12.000 addetti.
Per questo i produttori hanno messo in scena l’originale campagna di sensibilizzazione, che, nella prossima fase, vedrà scendere in campo anche Amorim, il più grande produttore portoghese, che scriverà ai produttori e commercianti di vino in Australia le ragioni per cui il sughero non deve essere abbandonato e rappresenta un’opzione più ecologica. L’industria del sughero, affiancata dagli ambientalisti, spiega che nessun albero viene tagliato per estrarre il sughero.
I tagliatori applicano precise incisioni sulla corteccia e la rimuovono, in pratica sbucciando l’albero. Un tagliatore può raccogliere fino a 600 kg di sughero al giorno e sono necessari nove anni prima che la corteccia ricresca e sia possibile applicare altre incisioni. Non producendo più sughero le foreste saranno in pericolo poiché le comunità cercherebbero altre soluzioni di guadagno, con piantagioni più redditizie che però contribuiscono alla desertificazione.
Secondo gli studi citati, i gas serra generati per produrre una tonnellata di tappi di metallo sono il quadruplo di quelli di una tonnellata di tappi di sughero. Nonostante ciò, e sebbene il Wwf abbia spinto l’industria portoghese ad espandere le proprie foreste per impedire la desertificazione, i grandi produttori di vino escludono un ritorno al sughero.
“I consumatori hanno ben accolto i tappi a vite, la questione di tornare al sughero è un fatto puramente affettivo”, ha detto Chris Hatcher, capo del colosso vinicolo australiano Foster. Secondo i sostenitore delle chiusure alternative, inoltre, le muffe e i batteri presenti nel sughero possono guastare il vino.
http://www.theaustralian.news.com.au/story/0,25197,24099399-7582,00.html 

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli