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DIBATTITO TRA I GIOVANI E PERSONALITÀ DELLA CULTURA, DELLA SCIENZA E DELLA SOCIOLOGIA PER PARLARE DEL GIUSTO RAPPORTO CON IL VINO … TUTTO QUESTO AD “VINO & GIOVANI, ART DE VIVRE”, MADE IN ENOTECA ITALIANA

Italia
I giovani sempre più conquistati dal buon bere

Dopo l’ufficialità al Ministero delle Politiche Agricole, “Vino & Giovani”, nato dalla collaborazione del dicastero e l’Enoteca Italiana, è arrivato sul suo “campo” d’azione: alla presenza degli studenti, l’iniziativa ha vissuto la sua prima tappa, il 15 novembre, nell’Università degli Studi di Siena, luogo simbolico d’elezione di quei giovani ai quali vuole rivolgersi per educarli alla cultura e al rapporto corretto con il vino.

Omar Calabrese, un’autorità a livello internazionale della semiotica, docente di semiotica delle Arti dell’ateneo, ha chiamato in causa il poeta Baldassar Castiglione e il suo “Il Cortegiano” (1528), vero e proprio best seller del ‘600, per parlare di consumo “etico”: “nel Rinascimento - spiega Calabrese - esisteva un principio, definito la “forma del vivere”, il sapere vivere, come comportarsi e questo riguarda anche l’alimentazione, che ha i suoi canoni, le sue regole, le sue arti combinatorie; c’è la costruzione dei sapori, ma anche gli accompagnamenti, le bevande, le spezie. La dimensione etica - ha spiegato il professore - non è soltanto quella moralistica, del vietare le cose che possono fare male o che se usate eccessivamente possono essere disprezzabili. I nostri piaceri, i nostri desideri, la nostra mondanità non sono necessariamente qualcosa di negativo, ma possono manifestare il senso di esistere nell’universo e soprattutto il senso della società, della collettività. Sapere bere con qualità può diventare un elemento di questa nuova di dimensione etica”, ha aggiunto Calabrese, ricordando che “bere il vino non è un atto solitario, ma un atto assolutamente collettivo: uno scambio di sensazioni ed emozioni. Il vino va però consumato nella giusta misura: gli eccessi possono condurre addirittura alla morte, come già ammoniva Platone, nel Symposium, (V sec a.C)”.

Di convivialità e di ritorno alla lentezza della società, anche attraverso il vino ha parlato, invece, Rosa Bianco Finocchiaro, coordinatrice del programma “Cultura che nutre”. “Il vino fa parte della dieta mediterranea, è un simbolo di salubrità, genuinità, ricchezza, naturalità - ha detto – e, perché no, di uno stile di vita: dobbiamo preparare i nostri giovani ad un consumo del vino consapevole, anche in età adulta”. “Il vino - aggiunge - è un alimento che va utilizzato con parsimonia. Vino & Giovani privilegia l’aspetto emozionale e relazionale”.

A ricordare che il vino è anche un alimento, e che come tutti gli altri fa male se ne abusiamo è stato Carlo Cannella, noto nutrizionisti e presidente dell’Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione: “utilizzare il vino - spiega Cannella, già consulente della trasmissione Quark di Piero Angela - per gustare il cibo è una cosa che si apprende solo se ci si è abituati da piccoli. È importante insegnare ai più giovani a sapere conciliare il consumo del vino con una sana alimentazione. Certo, ci vuole autocontrollo: avviare un percorso di conoscenza di queste bevande già al desco familiare, tra le mura di casa, evita che il contatto avvenga in discoteca”.

“I giovani italiani sono attenti - sottolinea Claudio Galletti, presidente di Enoteca Italiana - ad un consumo più accorto del vino, rispetto ai coetanei anglosassoni inclini a bere superalcolici. “Vino & Giovani”, come progetto, propone un percorso culturale, che coinvolge il mondo accademico e punta ad un consumo meditativo, di qualità, perché bere vino in compagnia e con moderazione è anche un piacere, non necessariamente una minaccia”.

Ma oltre che cultura, emozioni, nutrimento, approcciarsi al vino in maniera corretta vuol dire conoscere anche le regole e le leggi che lo riguardano, come ha spiegato Stefano Barzagli, dirigente della Regione Toscana, che, insieme alla Sicilia e al Veneto, ospiterà i prossimi appuntamenti di “Vino & Giovani” 2008-2009: “il vino è un prodotto con l’anima, ricco di cultura, ma questo non traspare perché prevale una logica più nordeuropea che mediterranea. Nelle leggi dell’Unione Europea sul vino si percepisce un’immagine del vino scadente, che non corrisponde alla realtà culturale delle nostre produzioni”.

A regalare un sorriso e una perla di saggezza a tutti è stato invece Corrado Barberis, autorevole sociologo e presidente dell’Istituto Nazionale di Sociologia Rurale (Insor): “il vino non è una droga, lo dice già Omero quando fa mettere della droga nel vino di Telemaco per farlo addormentare. Nella realtà possiamo dire che è la quantità che fa il veleno, non il vino”, ha detto Barberis, prima di aggiungere una battuta: “è anche vero che quando si arriva alla mia età (80 anni portati in maniera invidiabile, ndr) si vedono le cose in maniera diversa, fuori dalle competizioni e dalle correnti di pensiero. Perciò vi dico - ha raccontato rivolto agli studenti - che è vero che il vino è socialità, ma anche che se mi date una buona bottiglia so godermela anche da solo. E poi, come diceva Sant’Agostino, “l’unica misura di amare, è amare senza misura”, e questo può essere vero, con la dovuta consapevolezza, anche per il vino”.

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