02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2024 (175x100)

“VINO E ARTE: I MODI DEL BERE”, LA MOSTRA DI INCISIONI E DI STAMPE DI PROPRIETA’ DI FERRUCCIO FERRAGAMO IN MOSTRA NELLA TENUTA DEL BORRO A SAN GIUSTINO VALDARNO. OPERE DI ARTISTI FIAMMINGHI DEL ‘600, DEL MANTEGNA, DELLO SPAGNOLETTO ...

Il binomio “vino e arte” trova nuovo spazio nella cantina della Tenuta del Borro a San Giustino Valdarno declinandosi in un’incredibile esposizione di 70 rare opere delle oltre 250 appartenenti alla collezione privata di Ferruccio Ferragamo, il patron del famoso marchio dell’alta moda (“è stato l’antiquario fiorentino Marco Ceri a propormi le prime stampe; le acquistai volentieri, e da lì è nata la collezione raccolta in giro per mercati e antiquari di mezza Europa”, spiega Ferragamo).
Il vino, oltre che bevanda inebriante, rappresenta anche una forza simbolica aggregante e festosa; dono fatto agli uomini dagli dei può elevare o abbruttire come bestie sia gli uni che gli altri. E proprio questi “modi del bere”, fra gli uomini e fra gli dei, sono i temi portanti di tutta l’esposizione. Le stampe scelte per la mostra dalla curatrice Martina Becattini, studiosa di arte orientale nell’importante Museo Stibbert di Firenze, si occupa, guidano lo spettatore attraverso le molteplici passioni, relazioni e tradizioni umane in cui l’arte, divenuta nel passato veicolo per raccontarle, si trasforma ora in strumento di osservazione privilegiato per gli spettatori contemporanei.
Il viaggio (“un percorso di grande fascino e di grande armonia, pur in presenza di tante mani diverse”, spiega la Becattini) comincia con la semplice quotidianità ritratta dai pittori fiamminghi di genere del Seicento come ad esempio David Teniers il Giovane, Gabriel Metsu o Jacob Jordaens, per poi passare alle riunioni borghesi dell’Inghilterra del XVIII e XIX secolo fino al mondo ultraterreno degli dei. Nelle stampe del Borro, il vino si mostra, dunque, come bevanda democratica, che si versa nelle lussuose coppe dei ricchi come nei luridi bicchieri dei poveri; che può portare i primi a comportarsi come sraccioni ed elevare i secondi alle altezze della poesia e dell’arte. Il vino dunque come livellatore sociale e come chiave per passare da un piano dell’esistenza all’altro.
Fra i “modi del bere”, in primo piano, vi è l’opposizione fra i tempi della festa in cui l’uso del vino è permesso a tutti, altrimenti i festeggiamenti non potrebbero essere tali, e quelli del quotidiano in cui il vino diviene compagno fedele da sorseggiare lentamente nell’intimità durante le fredde sere invernali o ristoro dopo una giornata di duro lavoro.
L’ambiguità poi è ciò che caratterizza i diversi “modi del bere” e che deriva dalla stessa ambiguità del suo creatore divino: Dioniso. Di questo sono esempio le due splendide incisioni del Mantegna, fulcro della mostra, che mostrano ora il Bacco ebbro, vinto dalla sua stessa bevanda, ora il dio trionfante su di un carro sontuoso.
La Tenuta Il Borro, già di proprietà di Amedeo d’Aosta e prima ancora dei Pazzi, dei Medici e degli Hohenloe, è la lussuosa tenuta di 700 ettari appartenente alla famiglia Ferragamo fin dal 1993. Il suo nome deriva dalle gole profonde, o borri appunto, che caratterizzano il territorio, formazioni rocciose di colore giallo originatesi un milione di anni fa. Situata nel comune di San Giustino Valdarno, ai piedi del monte Pratomagno, è composta da un antico borgo in cui sono tornati a lavorare alcuni artigiani e dalla villa patronale in cui ha trovato posto la cantina. Proprio sopra della cantina è stato ricavato lo spazio espositivo.
La mostra, inaugurata in forma privata, resterà aperta al pubblico sino 31 maggio ed è visitabile, su prenotazione, il mercoledì (tel.  055-9772921 , vino@ilborro.it).

Giovanni Paris

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli