02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2024 (175x100)

DAL TRENTINO ALLA SICILIA, CON UVE BIANCHE, LA VENDEMMIA ENTRA NEL VIVO IN TUTTA ITALIA. LO DICE L’UNIONE ITALIANA VINI. E PER I ROSSI, SI TORNA VERSO LA TRADIZIONE DI OTTOBRE. FOCUS - LOMBARDIA: DA FRANCIACORTA A OLTREPÒ PAVESE, ANNATA DA RICORDARE

Italia
Carlo Alberto Panont

Dopo la Franciacorta e la Puglia, la vendemmia entra nel vivo con le uve bianche, che da oggi sono raccolte un po’ in tutta Italia per una campagna che, per Unione Italiana Vini (Uiv), sarà molto buona in qualità e in crescita del 5% in quantità. Per la grande ed importante organizzazione guidata da Lucio Mastroberardino, da oggi in Trentino si vendemmiano i vigneti Chardonnay, sopra i 300 metri, ed in Veneto i grappoli di Garganega e Trebbiano per il Soave. Ma anche in Sicilia, nella zona di Trapani, dove si coltivano le uve autoctone a bacca bianca come il Carricante, il Cataratto, il Grecanico, il Grillo e l’Inzolia. E sarà sicuramente una buona annata con punte di eccellenza, garantiscono dall’organizzazione, che monitora il settore attraverso un centinaio di aziende sparse in tutta Italia.

L’ottimismo si deve al fatto che nell’estate non ci sono stati fenomeni meteorologici di particolare intensità e neanche infezioni degli acini tali da essere segnalate. Quanto al volume d’affari, ogni previsione risulta azzardata, visto che il mercato delle uve è in crisi, con prezzi medi più bassi sull’anno scorso (in Puglia e Sicilia sui 20-30 centesimi al chilo), ma la ripresa dell’export del vino su valori positivi non solo per i volumi ma anche sui valori, fa ben sperare sulle vendite a prezzi ragionevoli anche per le uve che possano ridare fiati alla parte agricola della filiera.

“E’ ancora troppo presto, siamo in attesa di conferme sulla produzione. Quest’anno ci vuole pazienza e nervi ben saldi - ha dichiarato all’AdnKronos, Lucio Mastroberardino - a livello di quotazioni bisogna fare molta attenzione, l’instabilità del quadro macro-economico si riflette anche nel settore del vino. I prezzi delle uve anche a denominazione geografica controllata e garantita sono scesi. Più in generale comunque possiamo dire la situazione del mercato è abbastanza ferma”.

Il problema, sottolinea il presidente, è che l’offerta di uve dovrebbe essere superiore alla domanda, con conseguente difficoltà per la collocazione del prodotto: “si dovranno rivedere certi meccanismi per un maggiore equilibrio tra produzione della materia prima e domanda”. Anche perché la vendemmia cosiddetta “verde”, attivata per la prima volta proprio quest’anno e prevista dalla nuova Ocm, che consente la distruzione in vigna dei grappoli, nei mesi precedenti, per non dare luogo a eccedenze e ricevere in cambio aiuti, non ha avuto il successo sperato, come anticipato da WineNews.

Ed intanto, la vendemmia delle uve rosse sembra tornare verso l’autunno, tra fine settembre e i primi d’ottobre, in ritardo sugli ultimi anni e secondo le evoluzioni della viticoltura, ma come da tradizione e letteratura. A dirlo è Roberto Bruchi (Aprovito - Associazione dei Produttori Vitivinicoli Toscani), che guarda soprattutto alla Toscana: “il ritardo è netto sia nella maturazione delle uve a bacca rossa che nei frutti a bacca bianca. Per il Sangiovese, ad esempio, vitigno principe dei nostri territori, il ritardo ad oggi è stimato in 10/15 giorni. Il clou della raccolta arriverà soltanto intorno nella prima decade di ottobre”.


Focus - Dall’Oltrepò Pavese alla Franciacorta, ai vini del Garda: un’annata da ricordare … per la Lombardia

Un’economia che non frena, ma che guarda al futuro con numeri e strategia. La vendemmia lombarda è già cominciata. Entro questa settimana tutti i viticoltori della regione saranno impegnati tra i filari. Le prime stime parlano di una raccolta da 100 milioni di chili d’uva, il che significherà 70 milioni di bottiglie Doc e Docg sul mercato. Per Carlo Alberto Panont, segretario generale di Ascovilo, sarà l’annata della qualità: “grappoli perfetti permetteranno una resa in vini pregiati del 65 per cento, senza nessuno scarto”.

L’esperto anticipa il quadro agronomico, con proiezioni incoraggianti: “siamo di fronte a una vendemmia da collezione sia in termini di qualità che di quantità. Finalmente torniamo a raccogliere le prime uve da spumante Docg nei tempi previsti dai manuali. Nessun ferragosto a distribuire cassette lungo i filari, insomma. Le maturazioni procedono senza particolari patemi, vediamo se quest’anno sarà possibile ottenere mosti complessi e con gradazioni più basse, così da permettere l’ottenimento di vini perfetti e di grande lignaggio già dal 12% di volume in alcol”.

L’unica incognita ancora da risolvere sono i prezzi di mercato. Sul punto Carlo Alberto Panont parla di una qualità che è già garanzia e di un export che può rappresentare una valida valvola di sfogo: “qualche tensione potrebbe accendersi sul valori di mercato, ma dobbiamo allargare i nostri orizzonti. Davanti abbiamo ottime prospettive nazionali e estere per i nostri vini autoctoni”. Parole suffragate dai dati che fissano le performance di Bonarda, Lugana, Chiaretto del Garda e Sforzato. Riguardo agli spumanti, invece, Panont osserva: “per le bollicine Docg, delle quali la nostra regione è leader per qualità e bottiglie prodotte, progrediamo con linee strategiche chiare in Franciacorta e Oltrepò Pavese così che la loro specializzazione nel Metodo Classico Docg di qualità, la prima zona con i bianchi come il Saten e la seconda con i rosé griffati con il neonato marchio territoriale Cruasé, continui a portare alla ribalta un segmento lombardo ben preciso nella categoria spumanti italiani”.

Un invito, infine, al turismo vendemmiale: “ricordo a sommelier, enoturisti e amanti del vino che la vendemmia è anche un buon momento per scoprire e visitare i territori del vino. Sarà davvero un bel pieno di passione osservare tutte le aziende all’opera e I vignaioli in festa, perché ogni vendemmia è figlia di una nuova esperienza di vita”.

In Lombardia nascono 5 Docg, 14 Doc e 15 Igt. Le aree vinicole più vocate e produttive sono: l’Oltrepò Pavese, che produce il 65% del vino lombardo (su 13.000 ettari, 3.000 dei quali vitati a Pinot nero, primato italiano); la Franciacorta, con i suoi 900 ettari di colline che godono dell’influsso benefico del lago d’Iseo; la riviera del Garda bresciano fino alle colline mantovane; la Valcalepio, caratterizzata dai suoi preziosi autoctoni; e infine la Valtellina, con i suoi 1.000 ettari di vigneti.

Queste le Docg lombarde: Franciacorta, Sforzato di Valtellina o Sfursat di Valtellina, Valtellina Superiore, Oltrepò Pavese Metodo Classico, Scanzo o Moscato di Scanzo.

Le Doc sono, invece, Botticino, Capriano del Colle, Cellatica, Garda Classico o Garda, Garda Colli Mantovani, Lambrusco Mantovano, Lugana, Oltrepò Pavese, Riviera del Garda Bresciano, Rosso di Valtellina, San Colombano al Lambro, San Martino della Battaglia, Terre di Franciacorta e Valcalepio.

La Lombardia ha prodotto 1,3 milioni di ettolitri nel 2009, il 10% in più della sua media degli ultimi 5 anni e il 2% in più del 2008. Le province dove la produzione è cresciuta maggiormente sono state Sondrio (Valtellina, +23%), Brescia e Mantova (+2/3%). La produzione lombarda è fortemente orientata verso i vini Doc, ma sono i vini Igt a crescere di più recentemente, a graduale rimpiazzo dei vini da tavola. Gli Igt sono oggi il 23% della produzione contro il 15% del 2005, mentre i vini da tavola sono scesi dal 27% al 18%. La produzione di vini bianchi ha una dinamica di gran lunga al di sopra a quella dei rossi (+7% sul +1% nei 5 anni), tendenza confermata nel 2009 (+11% sul -5%). Dal punto di vista del valore della produzione, la Lombardia sta andando molto bene, con un 5% annuo per il valore della produzione di vino dal 2005 a oggi e soltanto un -5% nel 2009 (su un tendenziale -6% in Italia).

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli