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ISMEA: INDAGINE RELATIVA AL TERZO TRIMESTRE 2010: LA CRISI PESA ANCORA, ANCHE SE QUALCHE MIGLIORAMENTO SI RILEVA IN TERMINI DI ASPETTATIVE. SECONDO I DATI LE AZIENDE VITIVINICOLE SOFFRONO MENO SULLA MEDIA GENERALE

“La crisi continua a pesare sul sentiment delle aziende agricole italiane. Anche se qualche miglioramento si rileva in termini di aspettative, seppure in un quadro di incertezza alimentato, più di recente, dai timori di un aumento dei costi di produzione”. Ecco il giudizio di sintesi che emerge dalla prima indagine Ismea (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare), relativa al terzo trimestre 2010, sul clima di fiducia delle aziende agricole italiane, illustrata nell’ambito della conferenza stampa di presentazione dell’indagine trimestrale del settore agricolo lombardo, organizzata a Milano da Unioncamere e Regione Lombardia. Anche se nei settori delle coltivazioni legnose, olivicole e vitivinicole in particolare, la bilancia continua a pendere invece dal lato delle valutazioni negative, con poche eccezioni limitate alle quantità commercializzate di oli e vini confezionati e al collocamento delle uve da vino, qualche recupero è atteso comunque per fine anno, grazie soprattutto ai contributi positivi del comparto vitivinicolo e dell’olivicoltura.

“Le indicazioni, raccolte da Ismea su un panel di 900 operatori del settore primario, rivelano - continua l’Istituto - che la ripresa, seppure avviata in diversi settori, compresa l’industria manifatturiera, non sembra ancora coinvolgere appieno le aziende agricole, anche se il giudizio sugli sviluppi congiunturali, che resta prevalentemente negativo, appare in lieve recupero sul terzo trimestre 2009. A livello settoriale emergono comunque alcune differenze nelle valutazioni espresse dai produttori. I risultati dell’indagine delineano in particolare un quadro meno negativo, rispetto alla media generale, per le aziende vitivinicole, al pari di quanto rilevato per le altre coltivazioni legnose e per gli allevamenti. Per la totalità dei settori le indicazioni sulla dinamica della produzione rivelano una flessione sia su base trimestrale, sia nel dato riferito ai primi 9 mesi 2010 sull’analogo periodo del 2009. All’origine di questo andamento, secondo gli agricoltori, sono diversi fattori: dalle avversità atmosferiche all’alternanza produttiva che ha interessato diverse coltivazioni.

In relazione ai costi di produzione, che nelle valutazioni prevalenti degli operatori non avrebbero subito variazioni sostanziali rispetto al precedente trimestre, si prevedono a fine anno rincari che oltre al capitolo energetico (carburanti, combustibili ed elettricità) potrebbero estendersi ai fertilizzanti, ai fitosanitari e ai mangimi. Sul versante delle vendite nel terzo trimestre del 2010 le aziende segnalano, su base annua, una riduzione generalizzata delle quantità commercializzate. “In dettaglio - si legge ancora - nell’ambito delle produzioni erbacee, a fronte della flessione che ha interessato in modo particolare il prezzo e le quantità del pomodoro da industria e i volumi di quelli da mensa, l’andamento per gli altri prodotti (cereali, colture industriali, patate, fiori e foraggi) è apparso meno sfavorevole nei giudizi degli operatori, grazie a una generale ripresa dei prezzi.

Non emergono, nel terzo trimestre 2010, variazioni sostanziali negli impieghi di manodopera in agricoltura rispetto al precedente periodo, con previsioni stazionarie anche per l’ultima parte dell’anno. “Non ci sorprende - ha commentato Egidio Sardo, direttore generale di Ismea - che l’uscita dalla crisi stia avvenendo, per le imprese agricole, a piccoli passi e con qualche difficoltà oggettiva, insita negli elementi strutturali della nostra agricoltura, primi fra tutti la ridotta dimensione delle aziende, l’età media dei conduttori ancora troppo elevata e la scarsa propensione a investire”.

“Con l’estensione delle indagini panel alle aziende agricole - ha spiegato - abbiamo integrato il mosaico degli strumenti a disposizione di Ismea per misurare il clima di fiducia presso gli operatori della filiera agroalimentare. È il terzo tassello che si aggiunge ai due già operativi, rappresentati dai panel di 1.300 imprenditori industriali e di 200 imprese della grande distribuzione alimentare”. “La collaborazione con Unioncamere-Lombardia - ha concluso Sardo - rappresenta un valido esempio di ‘rete istituzionale per la creazione di efficaci sinergie. L’obiettivo è supportare, con elementi di conoscenza, le decisioni degli operatori e delle istituzioni, offendo indicazioni utili a orientare anche in chiave previsionale le scelte future”.

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