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ECCO LE “OTTO AZIONI” VIRTUOSE PER IL RILANCIO DELLA VITICOLTURA TRENTINA, ELABORATE DALL’ISTITUTO AGRARIO DI SAN MICHELE ALL’ADIGE. ENTRO NATALE LA PROVINCIA E’ PRONTA AD APPROVARE IL PIANO

Italia
L’Istituto di San Michele all’Adige

Sono otto le azioni virtuose per rilanciare la viticoltura e la produzione di qualità del vino trentino, proposte dall’Istituto di San Michele all’Adige, uno degli enti di riferimento per la ricerca e lo sviluppo del potenziale viti-enologico del Bel Paese, a cui la Provincia autonoma di Trento ha affidato il futuro di uno dei suoi fiori all’occhiello.
Un piano di riorganizzazione e rilancio complessivo del comparto vitivinicolo trentino, predisposto dalla Fondazione Edmund Mach e frutto del contributo tecnico dell’Istituto di San Michele, ma anche di una serie di rappresentanti del mondo vitivinicolo trentino, della Cooperazione, Camera di Commercio, associazioni, Assessorato all’agricoltura e Dipartimento Agricoltura della Provincia.
Al centro della sua declinazione, che prevede otto azioni virtuose principali, l’aumento del prezzo di vendita del vino e la riduzione dei costi di produzione. Interventi da attuare attraverso due principali strumenti: l’attivazione di un nuovo Consorzio vitivinicolo trentino, nel quale siano pariteticamente rappresentate, accanto a Provincia, Camera di commercio e Fondazione Mach tutte le componenti del settore vino, e nuovi percorsi di istruzione e formazione.
L’aumento del prezzo di vendita del vino trentino si potrà attuare, secondo San Michele, attraverso il miglioramento della sua qualità e della sua immagine, con l’intervento decisivo degli attori protagonisti della filiera: la cooperazione, gli industriali imbottigliatori e i vignaioli, ma anche le politiche assessorili, la ricerca e la sperimentazione vitivinicola.
La riduzione dei costi di produzione dell’uva e del vino, invece, si rivela necessaria in questo delicato momento, dato che i costi di produzione variano in un range da 50 a 90 euro al quintale. Anche i costi di gestione, variabili tra le diverse cantine da 18 a 45 euro/quintale di uva trasformata, vanno riconsiderati al ribasso.
Per attuare queste due indicazioni, secondo San Michele, risulta necessario un nuovo consorzio vitivinicolo trentino, autorevole e permanente, al quale affidare il coordinamento dell’eventuale piano di interventi. Al tempo stesso risultano necessarie misure di istruzione e formazione per soddisfare le esigenze del settore.

Focus - Le otto “mosse” per il rilancio della vitienologia trentina
1) Interventi finalizzati al brand
Potenziamento dei marchi-locomotive come il Trento Doc, per trainare l’intero settore attraverso una verifica ed eventuale modifica delle zonazioni, creando sottozone di eccellenza, sostenendo i produttori di qualità e promuovendo i brand trentini.
2) Interventi sulla qualità delle uve e dei vini
Esaltazione della qualità deve giovarsi della creazione di sottozone territoriali e di tecniche di viticoltura innovative, creando inoltre misure di tutela e promozione, riaffrontando il problema delle Doc ed eventuali Docg da proteggere evitando il loro declassamento a Igt. Una proposta specifica riguarda la sostituzione del pagamento delle uve in base a quintali/grado ad ettaro con una remunerazione differenziata per vitigno, tipologia di vino, vocazionalità territoriale.
3) Interventi sui componenti del sistema produttivo vitivinicolo
Riorganizzazione delle cooperative puntando non solo sul profitto ma anche sulla riscoperta di valori territoriali e con un ruolo nell’affinamento e confezionamento del vino prodotto dalle cantine. Occorre facilitare i servizi prestati dalle cooperative di secondo grado e attuare servizi per la gestione del vigneto. Le cantine di primo grado devono produrre grandi vini e contestualmente ridurre il numero di vini prodotti e coinvolgere di più i produttori nella gestione cooperativa.
4) Interventi sull’organizzazione del comparto vitivinicolo
Responsabilizzazione dei viticoltori, siano essi associati o cooperative, rendendo più chiara la missione delle cooperative e stimolando i produttori di eccellenze. Se da un lato si ritiene negativa la tendenza all’uso di Igt, dall’altra occorre definire un piano industriale che rivisiti gli attuali disciplinari di produzione.
5) Interventi agrotecnici-territoriali ed enologici
Raccordo più stretto tra il territorio e le tipologie dei vini prodotti, individuando aree di eccellenza con funzioni di traino e sviluppare una “viticoltura di precisione”, basata su una sensoristica moderna, portando più tecnologia e meccanizzazione in campagna e attuando strategie viticole sostenibili.
6) Interventi genetici
Individuazione di macroaree omogenee che gravitino su una cantina sociale che produca uno o pochi vini (gli stessi poi distribuiti da molte organizzazioni); miglioramento della zonazione e determinazione dei suoi confini precisi, sviluppando nuove varietà resistenti alle malattie e portainnesti più adatti al territorio, attraverso azioni di rinnovamento varietale e progetti di miglioramento genetico.
7) Interventi sulla formazione
Miglioramento della capacità imprenditoriale dei giovani che si avvicinano al mondo vitivinicolo, approfondendo nella formazione gli aspetti gestionali e le strategie commerciali, individuando strategie di comunicazione del settore enologico e di promozione dei prodotti locali. Potenziamento dei corsi di qualificazione professionale, creazione di corsi per cantinieri, master specifici e laurea magistrale, rafforzando la formazione permanente degli operatori con corsi specialistici, prevedendo invece corsi generalisti per chi si avvicina al settore vitienologico.
8) Interventi di politica del territorio e vitivinicoltura
Costituzione di un nuovo consorzio di tutela interprofessionale che si avvalga di un osservatorio per prezzi, costi e statistiche, e che attui un piano territoriale e un piano industriale. Quattro i settori di intervento: promozione, normative vitivinicole, tutela e sperimentazioni. I componenti del consorzio sono nominati da Provincia, Camera di Commercio, Cooperazione, Fondazione Mach, associazioni dei produttori e rappresentanti dei vignaioli.

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