02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2024 (175x100)

IL VINO E’ IDENTITA’ E CULTURA DEI TERRITORI, E SE CONSUMATO CONSAPEVOLMENTE ANCHE BENESSERE, SALUTE ED ECONOMIA … COSI’ A FIRENZE, NEL CONVEGNO UNICESV “ALCOL, DISAGIO SOCIALE, SALUTE E COMPETITIVITA’”, ALL’ACCADEMIA DEI GEORGOFILI DI FIRENZE

Il vino è identità e cultura dei territori, se consumato consapevolmente è benessere e salute ed è economia con oltre 1,2 milioni di addetti nel nostro paese. Di contro l’abuso di alcol rappresenta una vera e propria piaga socio-sanitaria, che ogni anno miete vittime e grava sugli individui e sulla società. Ecco gli argomenti affrontati nel convegno all’Accademia dei Georgofili di Firenze, intitolato “Alcol, disagio sociale, salute e competitività” e organizzato dal Centro universitario di ricerca e formazione per lo sviluppo delle imprese del settore vitivinicolo italiano dell’ateneo fiorentino - Unicesv - nell’attività di un progetto di ricerca per l’assessorato al diritto alla salute della Regione Toscana.

Come prevenire? Quali i trend di consumo in particolare nel mondo dei giovani e giovanissimi? “Innanzitutto - spiega il direttore di Unicesv, Augusto Marinelli aprendo i lavori del simposio - bisogna ricordare che il modo di bere è molto cambiato negli ultimi 30-40 anni. Statistiche recenti dimostrano che il consumo annuale medio pro capite in Italia si aggira sui sei litri di alcol puro (dose che, se fosse consumata in una settimana, risulterebbe fatale a chiunque) contro i 14 litri pro capite di 35 anni fa. Ad avere avuto il calo più significativo - prosegue Marinelli - è proprio il vino che, nello stesso periodo di tempo, è passato dai 104 litri pro capite ai 40 di oggi, mentre la birra ha visto una crescita esponenziale da 12,8 litri a 28. In questo quadro va aggiunto che bevono sempre di più anche le donne e che, soprattutto nel mondo giovanile, si assume alcol in maniera diversa dal passato, sempre più spesso fuori pasto, alla ricerca dello “sballo”.

In Europa la piaga dell’abuso di alcol, tra costi diretti e indiretti, costa 394 milioni di euro, una cifra esorbitante pari a quasi il 3% del Pil della Comunità Europea. Per questo - ha aggiunto Marinelli - è sempre più necessaria una sinergia tra i vari attori di questo settore e le istituzioni, finalizzata non alla criminalizzazione dell’alcol, ma bensì alla formazione, all’educazione verso un consumo responsabile che presuppone dunque un consumatore consapevole. La crisi del settore vitivinicolo italiano è infatti figlia della globalizzazione ma anche di una forma di “terrorismo” nei confronti del vino, il quale invece oltre ad esprimere cultura e identità, svolge un ruolo importante per la salute”.

Su questo ultimo tema, si sono poi soffermate le relazioni di diversi esperti dell’ateneo fiorentino, da Rosanna Abbate a Calogero Surrenti, sullo stato delle conoscenze scientifiche degli effetti benefici di un moderato consumo di vino sull’apparato cardiocircolatorio. “Ricercatori tedeschi - ha sottolineato Rosanna Abbate - hanno studiato gli effetti del vino a seconda della tipologia, dimostrando ad esempio che quello rosso ha maggiore capacità di vasodilatazione rispetto a quello bianco”. Fascino del rischio, vulnerabilità, violazione delle norme, riduzione della tensione relazionale, sensazione di appartenenza alla società adulta e proposta seducente da parte dei media sono stati invece indicati come i maggiori responsabili dell’abuso di alcol nel mondo giovanile.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli