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FOCUS SUL VINO: RIDUZIONE DEL CONSUMO INTERNO, RIFORMA OCM, ECCESSIVA FRAMMENTAZIONE DELLE AZIENDE ITALIANE E TROPPE DENOMINAZIONI, DIFFICILMENTE DIFENDIBILI IN EUROPA. ECCO I PUNTI DI CONFAGRICOLTURA

Riduzione del consumo interno, riforma Ocm, eccessiva frammentazione delle aziende italiane e troppe denominazioni, che difficilmente saranno difendibili in Europa. Sono i punti affrontati da Confagricoltura nel focus dedicato ieri al mondo del vino. “Urge una politica dei prezzi per contrastare il calo dei consumi interni, passati da 55 nel 1995 a 40 litri pro capite l’anno, sotto i 20 milioni di ettolitri con un mercato sempre meno remunerativo, anche se il vino resta la prima voce dell’export alimentare italiano, con 3,5 miliardi di euro. Inoltre, il 24% degli italiani ha diminuito il consumo fuori casa e il 7% ha sostituito il vino con bevande a più bassa gradazione alcolica”.

A parlare di crisi dei consumi ci pensa il presidente di Confagricoltura, Federico Vecchioni: “il calo dei consumi interni preoccupa i produttori anche se controbilanciato da una ripresa sul mercato estero che fa ben sperare. Per i prossimi anni occorre tenere conto dell’aggressione subita dai prodotti nazionali da parte dei mercati emergenti, che si sono orientati su fasce di prezzo molto più basse, con una media di 1,70 euro al litro. Occorre, quindi, ridisegnare la filiera - sottolinea Vecchioni - che conta imprese polverizzate (770.000 aziende) e 504 denominazioni che forse sono troppe per poter essere difese. I nostri prodotti hanno subito una vera e propria aggressione da parte dei paesi emergenti con prodotti da fasce di prezzo molto più basse. Noi dobbiamo puntare su vini legati al territorio. Da qui la necessità - continua il presidente - di rimotivare i consumatori verso produzioni a significativo legame con il territorio, legando produzioni di qualità a una politica dei prezzi che va rivisitata. Occorre promuovere dunque un consumo consapevole del vino, ma anche sì a un consumo di prodotto caratterizzato dalla qualità”.

Vecchioni fa il punto anche sul fronte dell’export guardando con sempre più interesse a Paesi emergenti, a cominciare dai Bric (Brasile, Russia, India e Cina) e poi da Indonesia, Messico, Sudafrica, dove i consumi stanno crescendo: “bisogna conquistare i nuovi consumatori sui quali lo stile Italia esercita un indubbio fascino, dal vino alla moda. La difficoltà di accesso ai finanziamenti pubblici, o la struttura stessa del finanziamento, impediscono di raggiungere efficacemente l’obiettivo di far arrivare alle imprese vitivinicole risorse fondamentali. Avere una gestione delle politiche più soddisfacente è basilare in un contesto dove l’intervento pubblico conta molto, soprattutto in momenti di crisi del settore”.

Nell’analisi Confagricoltura è stata evidenziata la necessità di avere imprese agricole che abbiano dimensioni adeguate (la superficie media aziendale è inferiore ad un ettaro anche per i vini Doc). Ha concluso il presidente di Confagricoltura: “bisogna fare sinergia, favorire l’associazionismo anche quello societario. è strategico incentivare gli sforzi diretti a crescere e rafforzarsi”.

La conferenza ha poi affrontato il tema della riforma Ocm: si è discusso dello stop a partire dal 2012 dei fondi per chi utilizza mosti concentrati, dei vini varietali e dei diritti di impianto. Al dibattito è intervenuto anche il Capo dipartimento del ministero delle Politiche Agricole, Mario Catania: “il prossimo anno sparirà il sostegno ai mosti e non ci sono spazi per riaprire la trattativa a Bruxelles. C’è invece spazio per riaprire il negoziato sul regime dei diritti di impianto”. Un aspetto quello della riforma del mercato comune affrontato anche da Vecchioni: “Non è riuscita in pieno ad attivare investimenti, a fare da volano all’innovazione, a valorizzare le produzioni e incentivare i consumi. Si va verso l’eliminazione dei sostegni alla distillazione ed ai mosti. Una riflessione su come canalizzare le risorse è necessaria. Senz’altro è importante la valorizzazione del prodotto sul mercato estero, ma anche su quello interno con una promozione intelligente che tenda ad esaltare la cultura del vino e non l’abuso di alcol. Chiediamo - conclude il presidente di Confagricoltura - massima attenzione per un settore così importante che, in Italia, impiega 1,2 milioni di persone, di cui 200.000 stagionali”.

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