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E’ ITALIANO IL PRODOTTO DOP/IGP N. 1.000 DELL’UNIONE EUROPEA: E’ IL FORMAGGIO PECORINO SICILIANO “PIACENTINU ENNESE”. GALAN: “L’ITALIA CONSOLIDA IL SUO PRIMATO”. DE CASTRO: “CRESCE ATTENZIONE EUROPA PER QUALITA’”. FOCUS: IL PANIERE UE & LA NUOVA DOP

E’ italiana la millesima registrazione di un prodotto alimentare di qualità da parte dell’Unione Europea: è la denominazione “Piacentinu Ennese (Dop), un formaggio pecorino di Sicilia, decisa oggi da Bruxelles, e registrata secondo il regime di qualità dei prodotti agricoli e alimentari della Commissione Europea.
“Sono orgoglioso di questo riconoscimento che rappresenta un traguardo importante sia per l’Italia, che consolida così il suo primato con 221 specialità tra Dop e Igp, sia per l’Europa che raggiunge quota 1.000 prodotti di qualità riconosciuta”, è il commento del Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali Giancarlo Galan, e la Coldiretti ricorda che, proprio i prodotti italiani di qualità protetti dal riconoscimento comunitario hanno sviluppato nel 2010 un fatturato al consumo superiore ai 9 miliardi di euro dei quali 1,5 miliardi realizzati sui mercati esteri attraverso l’esportazione. Per il presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo Paolo De Castro si tratta di “un importantissimo traguardo che conferma quanto il tema della qualità alimentare sia ormai entrato nel Dna dei produttori agricoli europei”.
“Il Piacentinu Ennese - aggiunge Galan - è un prodotto eccellente del nostro patrimonio agroalimentare di qualità, che lega la propria nascita anche idiomatica al territorio di produzione grazie all’antica origine dell’attività casearia in provincia di Enna collegata strettamente alla tradizionale produzione di latte ovino. Che proprio un prodotto Siciliano tagli questo traguardo dei Mille, come le camicie rosse che sbarcarono a Marsala, nell’anno dei 150 anni dell’Unità d’Italia mi appare una fortunata coincidenza. Un omaggio anche dei nostri prodotti, alla storia d’Italia. Per questo - conclude Galan - mi piacerebbe consegnare simbolicamente il numero della Gazzetta Ufficiale con il regolamento di iscrizione del Piacentino Ennese al presidente del Consorzio per celebrare insieme questo importante traguardo. Credo che una splendida occasione sarebbe la mia visita, già prevista per domani, a Pachino”.
Per il presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo Paolo De Castro il tema della tutela della qualità degli alimenti “è parte integrante delle scelte di politica agricola europea sin dal 1992 (anno di istituzione dei marchi Dop e Igp)”, e l’adozione del “pacchetto qualità”, ora in discussione al Parlamento Europeo, può rappresentare “un’ulteriore tappa verso il consolidamento della prospettiva della qualità come leva competitiva e strumento di garanzia del consumatore”. Il presidente, evidenziando la leadership italiana nel segmento degli alimenti certificati e tutelati, afferma, infine, la necessità di valorizzare la qualità delle nostre produzioni, anche traducendo questo patrimonio in reddito per le aziende agroalimentari.

Focus - Il paniere europeo dei cibi di qualità
Il paniere europeo dei cibi la cui qualità è riconosciuta dall’Ue è ricchissimo: a novembre 2010 contava 954 tra Dop e Igp, presenti in 24 Paesi Ue su 27, con l’Italia al primo posto grazie a 216 prodotti iscritti nel Registro Ue. Al primo posto in assoluto ci sono i formaggi, dove l’Italia e la Francia fanno da protagoniste, seguiti dagli insaccati e, quasi a pari merito, dalle birre, che da sole rappresentano circa 2,4 miliardi. Ma ci sono anche carni fresche, pane, frutta, verdura, pesce e crostacei fino alle acque minerali.
L’Italia è il Paese europeo più ricco in prodotti agroalimentari di eccellenza e da anni fa da traino alla crescita della qualità in Europa. Dop e Igp italiani sono - solo per citarne qualcuno - il Grana Padano (che, sottolinea la Coldiretti, da solo ha realizzato un valore al consumo di quasi 2,4 miliardi di euro per effetto dell’aumento del 5,3% dei consumi familiari e del boom nelle esportazioni cresciute del 7,10% in Europa, del 14,8% in America e del 27% in Asia), il Prosciutto di Parma (che, aggiunge la Coldiretti, ha raggiunto nel 2010 il record delle vendite negli Stati uniti con un incremento del 17% sul 2009), il Parmigiano Reggiano, il Gorgonzola, il Prosciutto di San Daniele, la Mortadella di Bologna, ma anche meno diffusi come la Castagna di Montella o il Fagiolo di Sarconi.
Ma gli altri partner però non stanno a guadare: dopo l’Italia al primo posto per valore della produzione di eccellenze in Europea, si posiziona la Germania mentre la Francia è al terzo posto seguita dalla Gran Bretagna, che realizza da sola oltre 1 miliardo di euro. Durante gli scorsi anni si è verificata un’impennata delle domande di registrazione in seguito all’allargamento dell’Ue e al crescente interesse manifestato dai produttori di Paesi terzi, fra cui l’India, la Cina, la Tailandia e il Vietnam.

In evidenza - Il Piacentinu Ennese Dop
Il Piacentinu Ennese Dop è un formaggio della provincia di Enna, in Sicilia. Il formaggio è elaborato a partire da latte ovino crudo con l’aggiunta di zafferano (Crocus Sativus anch’esso proveniente da Enna) nonché di pepe e di sale. Le pecore pascolano in collina (tra i 400 e gli 800 metri) e la loro alimentazione è integrata con foraggi, fieno, paglia e stoppie di grano. Il formaggio deve la sua specificità all’uso dello zafferano, ai pascoli e alla maestria dei produttori locali.
In particolare, il Piacentinu Ennese è un formaggio a pasta compatta pressata ottenuto con latte ovino intero, crudo ad acidità naturale di fermentazione, prodotto dalle razze ovine autoctone siciliane Comisana, Pinzirita, Valle del Belice e loro meticci. Si presenta con forma cilindrica, con scalzo leggermente convesso o quasi dritto, piatto piano o leggermente concavo. La crosta, il cui spessore non deve superare i 5 mm, è di colore giallo più o meno intenso per la presenza dello zafferano e reca impressi i segni del canestro. La pasta si caratterizza per il colore giallo più o meno intenso. L’odore è delicato con lieve aroma di zafferano, salato appena percepibile, piccante lieve nei primi mesi di stagionatura tendente ad intensificarsi.
La tradizione, tramandata oralmente fra i produttori, vuole che il nome “piacentinu” sarebbe riferito alla piacevolezza del prodotto: piacevolezza del gusto non del tutto piccante, dovuta anche alla presenza dello zafferano. L’origine, quindi, sarebbe idiomatica: “piacentinu” dal siciliano “piacenti” ovvero che piace. Testimonianza della sua piacevolezza e del nome “piacentinu” è data anche da testi antichi risalenti al 1500.

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