“Dire che è successo tutto in modo molto veloce è poco. Fino al 12 agosto la maturazione delle uve rispetto al clima è proseguita in modo perfetto. A giornate calde e assolate sono seguite - spiega Luca Francioni, enologo dell’azienda Rocca delle Macie a Castellina in Chianti - notti fresche: la pianta grazie agli abbassamenti delle temperature svolgeva il suo lavoro per immagazzinare aromi senza affanno. Uve sane che hanno raggiunto la maturazione con la giusta progressione. Poi le temperature molto alte sono diventate troppo costanti e abbiamo deciso di raccogliere in corsa”.
Era il 14 agosto. A Rocca erano appena stati chiusi i recinti per la solita guerra contro cinghiali e caprioli golosi di uve dolci. Nemmeno loro si erano fatti ancora troppo avanti né si aspettavano quel che è accaduto dopo. Dal 13, 14 di agosto, il caldo è diventato implacabile e le temperature alte non scendevano nemmeno più di notte. Le piante non ne hanno risentito perché sane e in grado di mantenere il loro equilibrio idrico. Invece le uve, se lasciate ancora sulle piante, stavano rischiando di perdere il bagaglio aromatico. Andavano raccolte. I ritmi di lavoro hanno subito una brusca accelerazione, è stata reimpostata la vendemmia e in tempo reale sono state richiamate tutte le maestranze, modificati gli orari. E la macchina da guerra è partita di gran carriera.
Così è iniziata la raccolta del vermentino, che è appena terminata; anche il merlot dell’azienda è stato quasi tutto raccolto, con un anticipo di una ventina di giorni rispetto allo scorso anno; per il syrah la vendemmia inizierà tra un paio di giorni. Sono i vitigni che maturano prima degli altri, in Toscana, che quest’anno chiedono alle aziende una lotta contro il tempo per consegnare uve integre e ricche del patrimonio aromatico appena conquistato.
“Una situazione molto diversa rispetto al 2003 - prosegue Alfio Auzzi, agronomo dell’azienda, affiancato, in questa vendemmia, dall’enologo Lorenzo Landi - durante il quale il caldo è arrivato violento e progressivo e le piante per prime sono state sottoposte ad un forte stress idrico. Quest’anno le piante stanno benissimo ma erano gli acini che hanno rischiato di svuotarsi di succo”.
“Ci siamo preparati alla vendemmia con grande cura, le nostre piante sono sane, i vigneti sono giardini verdi e freschi. Una situazione eccellente -conclude Sergio Zingarelli, patron dell’azienda- grazie alla quale le uve, tempestivamente raccolte, non hanno sofferto per l’imprevista ondata di caldo. Intanto monitoriamo il nostro vitigno portabandiera, il sangiovese, e la sua maturazione continua e costante. Ancora la gradazione zuccherina non è alta, le acidità sono in equilibrio. Sta lavorando per incamerare tutti gli aromi necessari a darci quei vini di qualità che cerchiamo da sempre. E poi sembra che siamo vicini ad un abbassamento delle temperature, si preannunciano notti più fresche. Se arrivasse anche una pioggerellina, per il nostro vitigno principe le condizioni al momento della vendemmia saranno perfette”.
Aspettiamo qualche giorno per vedere come evolverà. Nel frattempo, tutti incollati al meteo.
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