“Se un giorno le api dovessero scomparire, all'uomo resterebbero soltanto quattro anni di vita”. Non è la teoria scriteriata di un folle, ma il pensiero di Albert Einstein, che rende bene l’idea di quanto siano importanti le api per l’equilibrio dell’ecosistema del nostro pianeta: basti pensare che più di 70 delle 100 piante che producono il 90% dell’ossigeno sul pianeta sono impallinate dalle api. Eppure, nonostante la loro importanza e la loro delicatezza, gli insetti gialli e neri vivono costantemente sotto la minaccia di pesticidi ed altre sostanze chimiche usate in agricoltura. Tutte legali e sperimentate, ma sulle quali nuovi studi gettano delle ombre. L’ultimo, apparso sulle pagine del magazine tedesco “Naturwissenschaften”, arriva dagli Stati Uniti e rivela come le api contaminate da dosi minime dell’insetticida sistemico imidacloprid diventano tre volte tanto più sensibili al micidiale parassita intestinale Nosema, rispetto a quelle non contaminate. A capo dello studio sui neoinicotinoidi, il dottor Jeffrey Pettis, a capo del “Bee Research Laboratory “del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti, spiega: “crediamo che interazioni anche minime tra pesticidi e agenti patogeni, come da noi dimostrato, potrebbero essere alla base di un aumento della mortalità di intere colonie di api in tutto il mondo”.
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