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VINITALY 2012: PER IL MINISTRO PER L’AGRICOLTURA CATANIA “I VITICOLTORI ITALIANI SONO UN MODELLO PER L’AGROALIMENTARE” E INDICANO LA VIA PER “USCIRE DALLA CRISI”. PER IL PRESIDENTE DI VERONAFIERE RIELLO “SIAMO SOLTANTO DEBOLI SULLA COMUNICAZIONE”

Italia
Il Ministro delle Politiche Agriole Mario Catania

“I viticoltori italiani sono un modello per tutto l’agroalimentare” e indicano la via per “uscire dalla crisi attraverso la qualità, i territori e la tipicità”. Così il Ministro per l’Agricoltura, Mario Catania, oggi, a Vinitaly 2012. Un’indicazione precisa, quella di Catania, che può aiutare l’intero settore agroalimentare del Bel Paese che, al contrario del comparto vino, è stato colpito più duramente dalla crisi e non ha saputo, molto spesso, reagire con la stessa reattività.
Dal punto di vista delle cause principali del successo del made in Italy enoico anche il Ministro non ha dubbi: è l’export che guida le performance aziendali ma il “consumo interno stabilisce una linea di tendenza negativa - avverte Catania - al cui riequilibrio, le sole esportazioni ad un certo punto non basteranno più”. Non solo. Per il Ministro è “lo stesso export a dirci che andiamo bene sui mercati internazionali più maturi, ma siamo ancora in ritardo in quelli emergenti, soprattutto perché non disponiamo di una distribuzione oltre confine adeguata e nonostante il grande lavoro della ristorazione italiana nel mondo”. Poi Catania si sofferma su un aspetto di particolare penalizzazione per il consumo del vino in Italia: “è stato demonizzato eccessivamente - ha spiegato il Ministro - ed o ra dobbiamo cambiare la comunicazione, smarcando il vino dal consumo di alcol in generale. Sono realtà decisamente diverse e quella del vino è tutta positiva”.
Il Ministro chiarisce anche come si porrà con l’Unione Europea: “voglio trattare le regole del comparto dalla Pac ai diritti d’impianto, che sono decisamente una liberalizzazione sbagliata”. Una trattativa destinata a cominciare presto, visto che quest’anno a Vinitaly sarà presente anche il Dacian Ciolos, il commissario per l'agricoltura e lo sviluppo rurale dell’Unione Europea.
“Ormai la qualità del vino italiano è stata trovata - ha osservato Ettore Riello, presidente di Veronafiere - ora va esportato con determinazione. Siamo deboli soltanto sulla comunicazione e “OperaWine”, l’iniziativa di Vinitaly con Wine Spectator, è stata un contributo importante nella direzione di rendere il vino italiano più forte anche sul versante della comunicazione internazionale”.

Focus - Le reazioni di Piero Antinori, Angelo Gaja e Paolo Panerai all’intrevento del Ministro dell’Agricoltura, Mario Catania
Parla il Ministro Catania, ma che ne pensano alcuni dei produttori più prestigiosi del Belpaese delle parole del titolare dell’Agricoltura? La preoccupazione contenuta nelle parole del Ministro Catania sui diritti d’impianto “è fondamentalmente un non-problema - spiega Piero Antinori, alla guida della griffe Marchesi Antinori - oggi se fosse possibile impiantare senza nessun vincolo, nessuno in Italia lo farebbe, perché oggi nessuno vorrebbe impiantare nuovi vigneti. Una autoregolamentazione, imposta dal mercato stesso”. Sulla stessa linea anche Paolo Panerai, editore e patron del Castellare di Castellina, secondo cui “bisogna rendersi conto che non facciamo vino soltanto in Europa e che l’Europa deve proteggere le tipicità che già ci sono”. Più positivo il giudizio di Angelo Gaja, il “re” del Barbaresco e tra gli imprenditori del vino italiano più ascoltati: “il Ministro ha riconosciuto una cosa molto importante - commenta Angelo Gaja- l’esigenza di dividere il consumo di alcol da quello degli spiriti in generali. E’ stato molto bravo”.

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