Alzare il volume della musica nei locali. A New York, di questi tempi, è diventato un vero e prorio imperativo categorico per bar, ristoranti e locali notturni. Perché il volume, più sale e più invoglia a consumare, lo hanno dimostrato negli anni anche diverse ricerche scientifiche: un altro aperitivo, un cocktail, un piatto in più, uno snack tra una chiacchiera urlata e due salti in pista. Addirittura, notizia preziosa per i ristoratori, sarebbe il ritmo della musica a decretare quello della masticata: più è alto, più si ingurgita il cibo velocemente.
Il minimo di decibel registrato? Sempre sopra ai 90, ben oltre i livelli registrati nella stessa città per esempio su un treno per pendolari (84 decibel in media). Una tecnica che, come confermano ingegneri del suono e addetti del settore, paga senz’altro in termini di fatturato, ma che nuoce prima di tutto ai dipendenti di questi bar e negozi, esposti anche per 8-10 ore di seguito ai bassi e alle melodie ad altissimo volume. Senza alcuna protezione alle proprie orecchie.
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