Il viaggio sarà “virtuale”, ma l’obiettivo è concreto: ecco la “Marcia Mondiale per la Sovranità Alimentare”, promossa dal “Mani Tese”, ong che da 48 anni è impegnata conto la fame nel mondo, e che punta a garantire alimentazione di qualità e rispetto dell’ambiente e valorizzare il lavoro contadino. Come partecipare? Basta caricare una propria foto o un’immagine e lasciare un messaggio sul cibo sul sito www.foodforworld.org.
Tredici città italiane (Milano, Roma, Napoli, Genova, Bologna, Firenze, Catania, Padova, Venezia, Mestre, Rimini, Finale Emilia, Verbania), inoltre, ospiteranno iniziative a tema, incontri con cittadini e studenti, dibattiti, pedalate solidali, animazione, mercatini biologici e di prodotti a km zero. La marcia si concluderà a Milano il 16 ottobre, nella Giornata Mondiale per l’Alimentazione. L’iniziativa è l’evento conclusivo di “Food for world”, campagna dedicata alla sovranita’ alimentare, ovvero “al diritto di scegliere le proprie politiche di produzione, vendita e consumo di cibo che va riconosciuto a ciascun popolo - spiega Giosue’ De Salvo, responsabile Campagne di Mani Tese e del progetto Sovranità Alimentare - Promuoverlo significa difendere l’agricoltura su piccola scala e i mercati locali, garantire l’accesso alla terra, all’acqua e alle sementi tradizionali, rendere piu’ equo il controllo delle filiere agro-alimentari, correggere gli stili di vita non sostenibili”.
Attraverso queste iniziative, Mani Tese vuole anche diffondere il proprio “Decalogo sulla Sovranita’ Alimentare” e promuovere la raccolta di firme per la petizione “Sovranita’ Alimentare in Europa, ora!”: comprare prodotti freschi e di stagione e provare a coltivare anche sul balcone di casa; servirsi il meno possibile della grande distribuzione; non mangiare nulla che la nonna non riconoscerebbe come “cibo”; bere acqua del rubinetto; privilegiare filiera corta, km zero, biologico, prodotti alla spina e dei mercati rionali e contadini; aderire a gruppi d’acquisto solidale; acquistare prodotti esotici (cacao, the’, zucchero) solo nelle botteghe del commercio equo e solidale; non comprare merce delle multinazionali alimentari oggetto di boicottaggi internazionali; attivarsi per influenzare le scelte delle istituzioni che decidono le politiche alimentari.
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