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CHISSÀ CHI “BRINDERÀ” ALLA FINE, SE PIETRO VARONE, SOTTO INCHIESTA PER LA VICENDA “SAIPEM”, O GLI INQUIRENTI. LA CERTEZZA POTREBBE ESSERE IL VINO. OVVERO QUELLO PRODOTTO DALLA CANTINA AGER FALERNUS, NATA NEL 2008 IN PROVINCIA DI CASERTA ...

Chissà chi “brinderà” alla fine, se Pietro Varone, sotto inchiesta per la vicenda “Saipem”, o gli inquirenti. Ma se questo il dubbio, la certezza potrebbe essere il vino. Ovvero quello prodotto dalla cantina Ager Falernus, nata nel 2008 in provincia di Caserta. Una realtà di 40 ettari, di cui una dozzina coltivata a vigneti, alle pendici del Monte Massico. Che, ad oggi, è bene precisarlo, non risulterebbe sotto inchiesta. Perché, allora? Come riportato da “Il Sole 24 Ore” (a sua volta citando un vecchio articolo de “La Repubblica”), il misterioso sceicco investitore nella cantina, all’epoca chiamato in codice “Faid per motivi di sicurezza”, è niente meno che Farid Bedjaoui, consulente finanziario algerino attivo tra Canada, Dubai e Libano, Pronipote di Mohammed Bedjaoui, l’ex ambasciatore algerino in Francia e alle Nazioni Unite e ministro degli esteri dal maggio 2005 al giugno 2007. E per il quotidiano algerino Liberté, è comproprietario con il fratello Reda della Ogec, società di ingegneria e supporto logistico libanese attiva nel campo petrolifero. Tra i clienti maggiori di Ogec c’è proprio la Saipem, che le ha subappaltato una parte dei lavori in Algeria.

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