Il Parlamento Europeo respinge la proposta della Commissione di tagliare di quasi il 5% i pagamenti diretti del 2013 agli agricoltori (ma a carico del bilancio agricolo 2014), a causa il rigore imposto dai capi di stato e di governo dell’Ue nelle prospettive finanziarie per i prossimi sette anni. L’Assemblea ha, infatti, votato a grande maggioranza, oggi a Strasburgo, in favore del rinvio della decisione “fino a quando non saranno finalizzati con successo i negoziati europei sul bilancio 2014-2020. In caso di fallimento delle trattative i tagli non saranno necessari”.
La risoluzione, che ha ottenuto 506 voti a favore, 147 contrari e 28 astensioni, sostiene anche che eventuali riduzioni non dovranno essere applicate agli agricoltori che ricevono dall’Ue contributi diretti inferiori a 5.000 euro l’anno: di fatto il 90% degli italiani. Tuttavia, nella ricerca di un compromesso, e in attesa di un accordo finale sul bilancio 2014-2020, gli eurodeputati propongono di prendere come riferimento per il calcolo dei contributi ai produttori il quadro finanziario proposto dalla Commissione europea nel 2012. In quel caso, i tagli ai pagamenti dovrebbero essere limitati allo 0,74% contro il 4,9% attuale. Solo dopo aver raggiunto l’accordo sui fondi 2014-2020, la Commissione potrebbe presentare proposta di adeguamento del calcolo.
I “pagamenti diretti” che l’Ue versa agli agricoltori che producono a determinate condizioni, rappresentano in media una percentuale sensibile del loro reddito.
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