Nel Columbus Day, il 12 ottobre - festività particolarmente cara agli italo-americani, ma pur sempre una grande occasione di unità nazionale degli Stati Uniti - la politica a stelle e strisce si è temporaneamente trasferita in una cucina, con il Presidente in persona in grembiule verde e dietro i fornelli. Ma la cucina in questione è quella della Martha’s Table, un’associazione di beneficienza molto attiva nei confronti di poveri e senzatetto della capitale, e Barack Obama ha voluto sottolineare la sua vicinanza alle fasce meno abbienti della popolazione - tra cui anche parecchi dipendenti statali, senza stipendio a causa dello “shutdown” - dedicando loro la giornata di festa. Senza però dimenticarsi di esortare nuovamente il Grand Old Party, ed in particolare la sua ala più estremista, quella dei famigerati “Tea Party”, a smetterla di tirare la corda e a mettersi intorno a un tavolo prima che, fra soli due giorni, il blocco delle attività non essenziali del governo federale si trasformi in un default in piena regola. Il messaggio è chiaro: se i Repubblicani non la smetteranno di voler puntare al “tanto peggio, tanto meglio”, a rimetterci saranno i cittadini comuni, molti dei quali dovranno (volenti o nolenti) abituarsi a frequentare posti come la cucina della Martha’s Table.
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