Quella per i vini bio, passati in pochi anni da ristretta nicchia di mercato a prodotti di tendenza, è una mania che sembra proprio “sull’orlo” di scoppiare: l’82% degli eno-appassionati ha aumentato i consumi di vino biologico nei soli ultimi 3 anni, nel calo generale del consumo enoico che non si arresta. L’identikit del “bio-addicted”? Stappa una bottiglia a settimana, per acquistarla spende in media sui 15 euro, la compra direttamente dal produttore e la sceglie perché rispetta l’ambiente. Ecco la fotografia scattata da un sondaggio di www.winenews.it e Vinitaly (www.vinitaly.com), appuntamento enologico di livello internazionale, a cui hanno risposto 1.256 “enonauti”, appassionati già fidelizzati al mondo del vino e del web. La “marcia” in più? Il logo europeo con la foglia verde, introdotto dall’Unione Europea, che il 98% dei wine lover ritiene utile per riconoscere un vino biologico.
Ma chi sono gli eno-appassionati bio-addicted? Sono sempre più “fidelizzati” al mondo del biologico, tanto che ben l’82% degli “enonauti” dichiara di aver aumentato il proprio consumo di vino bio negli ultimi 3 anni. Una percentuale che conferma il fermento e il sempre maggior interesse nei confronti dei prodotti bio (+8,8% i consumi in Italia nel primo semestre 2013, per un giro d’affari di oltre 3 miliardi di euro e più di 1 miliardo di fatturato export l’anno, di cui il Belpaese è n. 1 in Europa; dati Aiab). Scendendo nel dettaglio, si scopre che l’86% ne consuma 1 bottiglia “per week”, il 12,5% più di due e il restante 1,5% due a settimana.
I canali di acquisto restano i “grandi classici”: il 72% va direttamente dal produttore (l’Italia è n. 2 al mondo per superficie biologica vitata, 57.000 ettari nel 2012, a +9%; dati FederBio & Sinab), il 22% preferisce l’enoteca, mentre solo il 6% sceglie la grande distribuzione (dove, peraltro, il vino bio avanza, con un +4% nel 2013 nel volume delle vendite, con 1 milione di litri venduti per un valore di 5 milioni di euro, stando ad una ricerca Iri per Vinitaly 2014).
Per la spesa media, il 74% spende per una bottiglia di vino biologico dai 10 a 15 euro, il 21% da 5 a 10 euro e il 5% spende più di 20 euro. Ma perché i wine lover sono sempre più bio? Nella lista delle motivazioni che spingono l’eno-appassionato ad acquistare un vino biologico piuttosto di uno convenzionale troviamo al n. 1 “perché rispetta l’ambiente” (84%), al n. 2 perché “è un bene di consumo più sicuro perché più controllato” (12,5%) e, scendendo all’ultimo gradino del podio, perché “fa meno male alla salute” (3,5%).
Il tema della sicurezza e della garanzia certificata è in effetti molto sentito, ed i wine lover lo ritengono molto importante. Tanto che il 98% degli amanti dei vini biologici pensa che sia stata molto utile l’introduzione, dal 2012, anche per il vino del logo europeo - la foglia formata da dodici stelle bianche, su fondo verde brillante con al centro una cometa - che certifica la produzione bio del Vecchio Continente, decisa dal regolamento Ue, che ha esteso le regole per la certificazione non solo all’uva ma anche alla produzione in cantina. Un trend in crescita, quindi, che piace e che non si arresta, come dimostra anche la novità, targata Veronafiere e FederBio, la federazione che raggruppa le organizzazioni operanti in tutte le filiere dell’agricoltura biologica e biodinamica, del nuovo Vinitaly-bio a Vinitaly 2014 (Verona, 6/9 aprile): un salone specializzato e riservato ai vini biologici certificati con l’obiettivo di valorizzare le produzioni enologiche che seguono le norme del regolamento Ue, e che si unisce, nel panorama bio di Vinitaly 2014, a “Vivit - Vigne Vignaioli Terroir”, la vetrina esclusiva dei vini artigianali.
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