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Un successo annunciato, anche nel 2014, per le bollicine italiane, soprattutto all’estero. Lo ribadisce, ora, Unione Italiana Vini, guidata da Domenico Zonin. E il “The Wall Street Journal”: tra giovani Usa più Prosecco che Champagne

Italia
Un successo annunciato, anche nel 2014, per le bollicine italiane, soprattutto all’estero

Un successo annunciato, anche nel 2014, per le bollicine italiane, tipologia che non conosce crisi, e cresce, o quanto meno tiene, nel mercato interno, e continua a volare all’estero. Lo ribadisce, ora, anche Unione Italiana Vini, guidata da Domenico Zonin.

“Dalle stime dei dati aggregati delle nostre aziende associate, che rappresentano oltre il 50% del fatturato nazionale nel settore del commercio vinicolo e l’85% dell’export, e dall’elaborazione dei dati Ismea, emerge che il comparto nazionale dei vini spumanti potrà chiudere il 2014 con moderata soddisfazione, vedendo complessivamente consolidati i consumi nel mercato interno e registrando un incremento interessante nell’export che nei primi 8 mesi del 2014 segna +21,7% in volume e +16,4% in valore, prediligendo, tra le piazze straniere, Regno Unito, Stati Uniti, Germania, Russia, Svizzera, Giappone e Cina”.

E proprio dagli Usa, partner storico per il vino del Belpaese, arriva dal “The Wall Street Journal” la notizia che gli americani, per brindare alla fine del 2014, i giovani americani berranno più Prosecco che Champagne, sia perché è di moda, sia perché, ovviamente, il prezzo più basso (11 dollari in media, a bottiglia, contro i 50 delle bollicine francesi, ndr), gioca a favore dei consumi dello spumante del Belpaese.

“Dati più precisi - precisa Domenico Zonin - verranno presentati entro i primi sei mesi del 2015, quando saranno definitivamente chiusi i bilanci di tutte le aziende. Il mese di dicembre, infatti, per molte delle stesse è un periodo di grande attività che può far variare sensibilmente il risultato finale d’impresa”.

Ma Zonin non cede all’ottimismo esagerato: “nonostante i nostri migliori auspici e le previsioni confortanti su consumi interni ed export di fine anno già proposte nelle ultime settimane - aggiunge il presidente Zonin - credo si debba prendere atto il comparto spumantistico nazionale fatica a strutturarsi organicamente per affrontare con coesione e determinazione il salto inevitabile verso i mercati stranieri, sempre più interessati al nostro prodotto di qualità. I vini spumanti - prosegue Zonin - soffrono di una dicotomia commerciale significativa. Dall’elaborazione dei nostri dati interni, infatti, risulta evidente come il Metodo Classico (Franciacorta, Trento, Alta Langa, Oltrepò Pavese) sia ancora troppo orientato al mercato italiano rispetto ai vini prodotti con metodo Charmat (Prosecco, Asti) che, invece, trovano all’estero grande spazio, e non solo per la politica del prezzo, facendo registrare numeri molto importanti”.

“Il mercato italiano - spiega il presidente Zonin - è fondamentale per le nostre aziende, per le quali rappresenta il 50% del fatturato, ma anche per il sostegno della cultura della qualità radicata da sempre nelle nostre terre; per tali motivi merita sempre un’attenzione particolare. Si pone, però, l’obbligo per il nostro comparto vitivinicolo, soprattutto in questa congiuntura economica, di guardare oltre confine per ampliare le possibilità di far conoscere tale cultura ad un pubblico sempre maggiore e offrire più opportunità anche alle imprese che in Italia non trovano sbocco commerciale adeguato, sfruttando al meglio le risorse previste dalla misura promozione Paesi terzi dell’Ocm vino”.

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