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Il 21 gennaio, in Vaticano, grazie al lavoro di Franco Ricci e della Fondazione Italiana Sommelier, 150 rappresentanti del mondo enoico incontreranno Papa Francesco, da sempre amante del buon vino

Papa Francesco, nelle sue omelie, non perde occasione di fare riferimento al mondo del vino, a cui sono legate sia la storia della Chiesa Cattolica, sia lo stesso Bergoglio, argentino, ma nipote di un vignaiolo piemontese. Un mondo, quello del vino che, grazie al lavoro di intermediazione di Franco Ricci e della Fondazione Italiana Sommelier, il 21 gennaio, verrà ricevuto in Vaticano: 150 tra vignaioli, sommelier, enologi, ristoratori, divulgatori del vino (tra cui Winenews), in udienza da Papa Francesco che, come racconta Franco Ricci, “è amante del buon vino e ci segue da tempo su Bibenda, che legge con attenzione e apprezza notevolmente”.

Il legame simbolico che unisce la religione Cattolica al vino, del resto, risale, secondo il racconto dei Vangeli, all’Ultima cena, quando Gesù distribuì ai suoi discepoli il pane ed il vino come suo corpo e suo sangue, offerti come sacrificio per la salvezza degli uomini. Ma il vino è presente continuamente, sia nelle Sacre Scritture che nelle parole degli ultimi due pontefici: Benedetto XVI, appena divenuto Papa, si definì “un semplice ed umile servo nella vigna del Signore”, e, come detto, Papa Francesco è addirittura nipote di un vignaiolo piemontese, e nelle sue omelie usa spesso parabole enoiche, su tutte, “non c’è festa senza vino, immaginatevi finire le nozze di Cana bevendo tè”.

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