La critica enologica, le recensioni dei vini, i premi e le guide, da sole, non bastano più. Almeno ai gruppi editoriali specializzati, alle imprese o ai giornalisti che le realizzano e che, eccetto casi rarissimi, ormai affiancano praticamente sempre l’organizzazione di eventi, di tasting e di road show a tema per far quadrare i conti o crescere il business.
L’ultimo caso, in questo senso, è davvero altisonante, visto che è quello di “The Wine Advocate”, una delle pubblicazioni più autorevoli nel mondo della critica enologica, che lancia “Matter of Taste”, una serie di walk-around tasting di grandi vini che il team di degustazione della creatura di Robert Parker, e oggi di proprietà, per la maggioranza, di imprenditori asiatici, ha giudicato almeno da 90/100. Una serie di eventi esclusivi, riservati agli abbonati di eRobertParker.com, la versione on line di “The Wine Advocate”.
Le prime due tappe sono state a fine 2014 in Asia, a Singapore e in Malesia, la prossima sarà Londra, il 28 febbraio, e poi sarà la volta di Miami (21 marzo), Chicago (18 aprile), San Francisco (20 giugno) e New York (27 giugno) con, in mezzo, un ritorno in Asia, ad Hong Kong (data da decidere, www.a-matter-of-taste.com).
La formula è semplice: grandi vini selezionatissimi (nella tappa londinese tra gli altri ci saranno Chateau Léoville-Barton, Domaine Drouhin, Pol Roger, Penfolds Grange, Sassicaia, Château de Beaucastel, Vega Sicilia, e masterclass di approfondimento su Dominus Estate, Michel Chapoutier, Chateau Ausone e Cristal Louis Roederer), presentati direttamente dai produttori, dagli enologi o, in qualche caso, da wine merchant di fama. “Matter of Taste - si legge nell’invito - dà nuova vita al meglio delle nostre recensioni, dando ai nostri lettori la possibilità di incontrare le persone che stanno dietro a questi vini straordinari, ma anche di “mescolarsi” con i critici che li hanno selezionati. Vogliamo trasformare il tradizionale e in un certo senso “statico” abbonamento alla riviste di critica in un’esperienza più interessante, interattiva e dinamica”.
Ma, al di là del caso specifico, questa è l’ennesima testimonianza dell’evoluzione del business della critica enologica, che quasi mai, oggi, è svincolata da altri tipi di iniziativa. I casi sono innumerevoli: dal “Tre Bicchieri World Tour” del Gambero Rosso alle “Wine Experience” di Wine Spectator (che, insieme a Vinitaly, organizza anche Opera Wine a Verona), dai vari “Great Wines of ...” di James Suckling declinati sull’Italia, su Bordeaux e così via, che Suckling organizza soprattutto in Asia, senza dimenticare le edizioni di “Divino Tuscany” a Firenze e dintorni, a Slow Wine, ramo vinicolo di Slow Food, più volte in tour all’estero in partnership con Vinitaly International o, ancora, Luca Maroni, che oltre al suo Annuario ogni anno realizza “Senso of Wine”, e che nel 2015, inoltre, sarà presente anche Prowein 2015 (15-17 marzo), a Dusseldorf, con uno spazio da lui gestito, riservato alle cantine, e dedicato “I migliori vini Italiani”. E tra i nomi celebri c’è Antonio Galloni, che, dopo la sua uscita da The Wine Advocate”, ha fondato “Vinous”, portale dove pubblica, tra le altre cose, le sue recensioni enoiche, e con il quale organizza eventi e degustazioni, come successo nel 2014 con il “Tuscany in the City”, a New York, o con la verticale di Barolo Monfortino Giacomo Conterno (1970-2006), a Londra. E questo solo per citare alcuni esempi. Che dicono chiaro e tondo, una volta di più che, probabilmente, il business delle recensioni enoiche, da solo, non sta più in piedi, dal punto di vista dell’indipendenza economica di chi lo fa per mestiere.
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