Il tartufo, in particolare quello nero, contiene alti livelli di anandamide, un cannabinoide simile al Thc della cannabis, vera e propria “molecola del piacere”: a scoprirlo sono stati i ricercatori di Micologia e Genetica dell’Università de L’Aquila, insieme ai colleghi abruzzesi di Teramo e del Campus Biomedico di Roma, confermando la fama del tubero, che oltre all’odore e al sapore unici, è legata da secoli a effetti prodigiosi.
L’anandamide è una sostanza naturalmente presente nel cervello degli animali, che scatena il rilascio di sostanze chimiche che regalano il benessere e modulano l’umore. Il suo nome, in sanscrito, significa infatti “piacere estremo o estasi”.
I tartufi hanno bisogno di essere mangiati dagli animali per poter disperdere le loro spore: il loro intenso odore li attira, e l’anandamide li soddisfa. L’anandamide, infatti, è una sostanza psicoattiva presente anche nel latte materno, e stimola il neonato ad assumerlo. La scoperta è talmente curiosa e, a suo modo, sensazionale, che la Bbc ha confezionato un servizio che sta facendo il giro del mondo, e che all’Expo 2015 darà una visibilità diversa del tartufo italiano ...
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