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I consumi interni di Champagne continuano il loro declino. Le buone notizie arrivano dall’estero, dove le spedizioni, nel corso del 2014, sono tornate a crescere: vendite a quota 308 milioni di bottiglie e fatturati a 4,5 miliardi di euro

Italia
Champagne: continua il declino dei consumi interni, ma export torna a crescere

I consumi interni di Champagne continuano il loro declino, che pare inarrestabile, e le buone notizie, dopo due anni di magra, arrivano dall’estero, dove le spedizioni, nel corso del 2014, sono tornate a crescere. I dati non sono ancora ufficiali, ma secondo le proiezioni le vendite dovrebbero toccare i 308 milioni di bottiglie, l’1% in più del 2013, con una crescita del fatturato stimata in un +3%, a quota 4,5 miliardi di euro, poco meno del record storico del 2007 (4,56 milioni di euro), grazie al boom di mercati piuttosto solidi, come Stati Uniti, Gran Bretagna ed Australia.
“Il 2014 è stato un anno di ripresa, con un modesto aumento di volume, accompagnato però dalla conferma di guadagni migliori dall’export”, ha raccontato Bruno Paillard, chief executive di Lanson BCC, al portale “Wine-Searcher” (www.wine-searcher.com). Tuttavia, alcune maison di Champagne sono decisamente preoccupate, perché i consumi interni sono scesi per il quarto anno consecutivo, anche se le performance all’estero rincuorano la maggioranza dei vigneron. Jean-Marie Barillère, presidente dell’Unione delle Maison di champagne, ha detto che la Francia era probabilmente ormai l’unico mercato in declino nel 2014, con un calo compreso tra il 2 e il 3%.
A guidare la riscossa dello Champagne è stato il Regno Unito, che vanta un’importanza storica nel commercio delle bollicine francesi, tanto che una bottiglia su 10 è venduta proprio in Uk, grazie, dopo due anni difficili, al buon andamento dei ristoranti e bar di Londra. Molto bene anche l’andamento in Germania, così come le vendite in Europa meridionale, in particolare in Italia, dopo un calo del 14% nel 2013. Fuori dell’Europa, il boom economico degli Stati Uniti ha alimentato una nuova sete di Champagne, ma fanno bene anche Giappone ed Australia, Paesi disposti anche a pagare prezzi superiori alla media.
Probabilmente il più famoso vino del mondo, lo Champagne solo un piccolo segmento del ben più grande mercato dei vini spumante, che è di per sé solo una frazione del mercato del vino, anche se si tratta di una categoria che sta crescendo in popolarità in maniera esponenziale: negli ultimi 10 anni, il consumo di vino a livello mondiale è aumentato del 4%, mentre quello dei vini spumanti è aumentato addirittura del 30%, per raggiungere i 15,4 milioni di ettolitri, secondo i dati dell’Oiv - Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino. E se la produzione di vini spumanti rimane ancora concentrata nei Paesi del Vecchio Mondo, come la Francia, l’Italia, la Spagna e la Germania, la concorrenza del Nuovo Mondo è sempre più grande, tanto che in 10 anni la produzione è aumentata del 25% negli Stati Uniti, ed è triplicata in Argentina, ed oggi diverse maison di Champagne si sono stabilite in California, dove producono spumanti metodo classico di ottimo livello.

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