Torna “Anteprima Amarone”, con l’edizione n. 12 che, il 31 gennaio e 1 febbraio, nella cornice del Palazzo della Gran Guardia di Verona, mette in vetrina l’annata 2011 del top della Valpolicella, un territorio che vale 4 miliardi di euro, mentre l’80% delle 60 milioni di bottiglie prodotte qui finisce sui mercati esteri. Secondo le stime di Assoenologi, i 7.435 ettari vitati della Valpolicella, il vigneto più prezioso d’Italia, sono diventati un vero e proprio bene rifugio: complessivamente, infatti, valgono 4 miliardi di euro, una cifra che non ha eguali tra le altre denominazioni italiane di vino rosso. Il valore, cresciuto di 200 milioni di euro negli ultimi 5 anni, è il risultato della media attribuita da Assoenologi per ogni ettaro di Valpolicella (530/550.000 euro), che supera altri grandi rossi, come quelli di Montalcino, Chianti, Barbaresco e Barolo (ad esclusione della sotto zona di Cannubi).
Altro primato della Valpolicella è il valore della produzione del proprio vino: 550 milioni di euro nel 2013 (di cui 325 milioni solo per l’Amarone), tra Amarone, Valpolicella, Ripasso e Recioto. Nel complesso, la terra dell’Amarone produce circa 60 milioni di bottiglie, per l’80% destinate all’estero e una percentuale altissima di prodotto imbottigliato/certificato (96,75%). Per Christian Marchesini, presidente del Consorzio Vini Valpolicella, “al potenziale valore complessivo del nostro vigneto, già di per sé altissimo, occorrerebbe aggiungere un valore ancor più in ascesa. Si tratta di quello, intangibile, dato dal brand di qualità che si sono costruite le nostre produzioni, Amarone in primis. È su questo asset che stiamo lavorando per far crescere l’immagine del nostro territorio in tutto il mondo”.
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