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Inchiesta Winenews - Toscana “melting pot”: dietro al successo dei vini c’è anche il lavoro di migliaia di stranieri, che vivono e lavorano nei terroir famosi, dove loro presenza è più alta della media nazionale (12%, con punte del 14%, su 8% Italia)

Ci sono territori in Toscana dove, se il vino rappresenta un florido settore, lo si deve anche al lavoro di migliaia di stranieri, persone che, da ogni parte del mondo, vivono e lavorano in tutti i rami della produzione enologica toscana, produttori essi stessi, o occupati nel suo indotto. Secondo l’inchiesta “Versa il melting pot nel bicchiere” di www.winenews.it, alla vigilia di “Buy Wine” (Firenze, 13-14 febbraio) & “Anteprime di Toscana” (a Firenze e nei territori, 14-21 febbraio), nei più famosi Comuni della Toscana del vino, campione dell’indagine, gli stranieri arrivano spesso a costituire in media il 12% della popolazione totale (con punte anche del 15%), dato più alto della media nazionale, in cui l’incidenza percentuale degli stranieri sulla popolazione complessiva in Italia si attesta all’8,1% (elaborazione www.winenews.it su dati Istat al 1 gennaio 2014).
Dal focus dell’inchiesta WineNews, dedicato alla Toscana (dove gli stranieri rappresentano il 10,3% della popolazione), emerge che sono molti i territori del vino della Regione dove l’incidenza degli abitanti stranieri sulla popolazione si fa sentire. In particolare analizzando la loro presenza nei più importanti Comuni del vino toscano, dove l’economia enoica la fa da padrone, si scopre che tutti hanno una percentuale superiore alla media italiana. Una percentuale che arriva quasi al doppio (15%) tra i vigneti di Brunello a Montalcino e di Morellino a Scansano; che si assesta attorno al 12% in un grande terroir come Bolgheri a Castagneto Carducci e in Val di Cornia a Suvereto; passando per il 10% in media che si registra tra i filari del Nobile a Montepulciano e della Vernaccia a San Gimignano; una percentuale che, infine, è di poco superiore alla media nazionale a San Casciano Val di Pesa, nel cuore del Chianti Classico (elaborazione www.winenews.it su dati Istat della popolazione italiana e straniera residente al 1 gennaio 2014).
Gli stranieri residenti in Italia al 1 gennaio 2014, secondo le ultime rilevazioni Istat, sono più di 4 milioni e 900.000, su una popolazione di oltre 60 milioni e 780.000 abitanti. La quota di cittadini stranieri continua a crescere, per effetto dell’immigrazione dall’estero, ma anche delle nascite di bambini stranieri da residenti in Italia. Ultimi tra i Paesi più ricchi della Ue, anche noi abbiamo ormai di fatto un tessuto sociale non più riconducibile esclusivamente all’essere italiano e nonostante le resistenze e le numerose problematiche che purtroppo permangono ci avviamo verso una società sempre più multietnica, multiculturale e multivaloriale. Il vino non fa eccezione. Anzi, in un settore che conta in Italia circa 380.000 imprese vitivinicole produttrici (oltre il 20% della filiera agricola) e impiega 1,2 milioni di persone con l’indotto primario per una produzione che supera il milione di etichette (elaborazione dati Servizio stampa Veronafiere/Vinitaly) e un fatturato annuo di 12 miliardi di euro (dati Agrinsieme), la presenza degli stranieri è fondamentale. E si fa sentire: così come cresce il loro peso nell’economia e nella società italiana in generale, l’impiego di stranieri in agricoltura - settore che, con l’agroalimentare muove un giro d’affari di oltre 250 miliardi di euro, pari al 17% del Pil italiano - continua ad aumentare: oltre 300.000 persone nel 2013, a +12% sul 2012 (fonte: Annuario dell’Agricoltura Italiana 2013 dell’Inea; sono questi dati di non facile reperibilità, sempre al centro della discussione, per problemi purtroppo noti che vanno dal sommerso all’irregolarità, che si aggiungono a condizioni diffuse di grave sfruttamento, ndr). Il contributo dei lavoratori stranieri si rivela decisivo per le nostre denominazioni di qualità: i lavoratori immigrati svolgono una funzione qualificata nella produzione agricola ed agroalimentare, e parallelamente contribuiscono a compensare il tasso di invecchiamento degli imprenditori agricoli e ad arrestare il processo di spopolamento delle aree rurali.

Focus - “Versa il melting pot nel bicchiere”: come nasce l’inchiesta WineNews
“Versa il melting pot nel bicchiere” è l’inchiesta realizzata periodicamente da www.winenews.it, uno dei siti più cliccati dagli amanti del buon bere, che monitora la presenza degli stranieri in oltre 50 Comuni tra i più importanti e famosi dell’Italia del vino campione dell’indagine, fotografata da una percentuale che registra come nei principali distretti del vino italiano vivono persone provenienti da tutti i Continenti, che hanno deciso di trasferirvi vite, affetti, costumi ed abitudini, per lavorare in tutte le professioni, tra chi lavora in vigna, chi fa il manager, la segretaria, il responsabile commerciale, l’enologo, e, naturalmente chi fa il vigneron, perché ha deciso di investire nel vino, accanto a chi, altro grande bacino di occupazione per i lavoratori che arrivano da oltre confine, lavora nel turismo, dai ristoranti agli alberghi, dalle enoteche ai negozi.
Una percentuale che, negli anni, si è sempre rilevata più alta della media nazionale: “nel 2008 - spiega Alessandro Regoli, direttore WineNews - è nata l’idea di realizzare un’inchiesta per analizzare il “melting pot” nei territori del vino italiano. Abbiamo iniziato proprio in Toscana, per poi estendere l’indagine a tutti i principali territori del vino d’Italia, ed aggiornarla negli anni, fino agli oltre 50 Comuni attualmente indagati”.

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