Nelle Langhe, al centro del mercato delle compravendite nelle ultime settimane, anche grazie all’interesse degli investitori stranieri, che hanno fatto schizzare il valore dei terreni più pregiati a diverse milioni di euro per ettaro, torna “Grandi Langhe Docg” (www.grandilanghe.com), la manifestazione biennale organizzata dal Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani, in collaborazione con il Consorzio Turistico Langhe Monferrato Roero, il Consorzio Tutela del Roero, Ente Turismo Alba Bra Langhe Roero e Banca Regionale Europea, aperta esclusivamente ai professionisti di settore nazionali e internazionali, di scena fino a domani, tra degustazioni itineranti accolte nella cornice delle colline entrate a far parte dei siti riconosciuti dall’Unesco.
Una crescita, quella delle Langhe, supportata anche dai numeri, che parlano di un 2014 decisamente positivo per i tre grandi vini della regione, sia sul mercato nazionale che all’estero: +4% nelle vendite per il Barolo (12 milioni di bottiglie), +5% per la Barbera d’Alba (11 milioni di bottiglie), e addirittura +19% per il Langhe doc Nebbiolo (5,3 milioni di bottiglie). Numeri capaci di destare l’attenzione di un mercato difficile ma ancora pieno di possibilità per il settore enoico del Belpaese, quello cinese, che si è mosso sulle Langhe con una figura di spicco, Zhu Yuhua, direttore generale del China Corporate United Pavilion all’Expo. “I vini made in Italy - racconta Yuhua a WineNews - sono molto apprezzati dai consumatori cinesi, per questo motivo ho scelto di visitare le Langhe nei giorni di Grandi Langhe Docg: qui si producono tanti buoni vini, e questa è la miglior occasione per venire qui, a maggior ragione dopo il riconoscimento dell’Unesco. La mia missione è quella di trovare i vini giusti per i nostri consumatori, come importatore voglio che in Cina arrivi il vero vino italiano”.
“Il nostro padiglione, il China Corporate United Pavilion, accoglierà diversi eventi dedicati al vino, tra cui un concorso per incoronare i migliori vini secondo il gusto dei cinesi. È quasi tutto pronto - continua il direttore generale del China Corporate United Pavilion - e nell’arco di una settimana inizieremo a pubblicizzare la cosa tra gli interessati. Lo scopo è proprio quello di selezionare i vini che piacciono ai cinesi: so che in Italia ogni Regione ha i suoi vini, geograficamente caratterizzanti, una gamma talmente vasta che per noi diventa difficile muoverci e scegliere, per questo faremo una sorta di preselezione, con questo concorso, rivolto ad importatori e consumatori, nelle settimane dell’Expo di Milano. Il mercato cinese consuma molto vino di qualità, specie adesso, anche se la cultura del vino è arrivata solo da pochi anni. Oltre ad importare vino - conclude Yuhua - dobbiamo impegnarci a spiegare e raccontare il meglio possibile le radici culturali del bere, un aspetto fondamentale per aiutare i nostri consumatori non solo a bere, ma anche ad apprezzare la cultura italiana”.
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