Leggera crescita nell’area Euro, segnali positivi nel mercato interno, accelerazione più decisa nell’export verso i Paesi terzi: sono questi i trend su cui si muove l’economia del vino negli ultimi anni. A confermarlo, ovviamente, sono i bilanci in primis dei gruppi vinicoli più importanti d’Italia, quei leader che fanno il grosso del mercato a livello italiano e mondiale, come Santa Margherita Gruppo Vinicolo (www.santamargherita.it), uno dei marchi più importanti dell’enologia del Belpaese, che nel 2015 festeggia i suoi 80 anni, con un fatturato 2014 in crescita del 7,8% nel complesso, per 110,1 milioni di euro, trainato dalla crescita delle esportazioni (+9%), soprattutto nei Paesi Terzi, visto un Euro-zona sostanzialmente stabile (+0,8%), ma dove brilla l’Italia, per il gruppo della famiglia Marzotto, dove le vendite sono cresciute del 5,3% in volume e del 6,4% in valore sul 2013, testimonianza concrea di qualche segnale di risveglio nel mercato del vino del Belpaese.
Nel complesso le bottiglie vendute sono passate da 17,3 a 18,5 milioni, a +7,2% sul 2013. Determinante il peso del mercato estero, come succede per tutta l’Italia del vino: il peso delle vendite sui mercati stranieri del Gruppo Vinicolo è salita al 62,3%, valore che raggiunge il 78,1% per la capogruppo Santa Margherita, presente in oltre 80 Paesi.
La crescita, spiega una nota, ha coinvolto tutte le Tenute del Gruppo: significative le performance raggiunte dall’altoatesina Kettmeir, con un incremento nelle vendite del 24%, e della toscana Lamole di Lamole, nel Chianti Classico, con aumenti del fatturato altrettanto rilevanti (+23%).
“Questo risultato, che arriva nell’80esimo anniversario della fondazione del nostro Gruppo Vinicolo - spiega il presidente, Gaetano Marzotto - premia un’attenta e costante politica di investimento effettuata nell’ultimo decennio e rafforzata nell’ultimo lustro. Una spinta all’innovazione per far crescere la nostra componente agricola, ottimizzare la nostra infrastruttura tecnologica e dare maggiori strumenti alle nostre risorse interne. Una politica che ci ha permesso di cogliere tutte le opportunità che il mercato globale, nonostante il clima di sofferenza in Europa, ha saputo presentare. Questo risultato premia anche uno sforzo collettivo, un lavoro di squadra che, a partire dalla proprietà ha coinvolto una comunità di migliaia di persone, fra collaboratori diretti e indiretti ed altri stakeholders, rappresentando uno dei grandi valori di questa azienda e la miglior conferma della nostra volontà di proseguire in questo trend positivo”.
Una “tensione” all’innovazione propria della storia di Santa Margherita, che non si è mai fermata, anche in tempi recenti: da gennaio 2014 a dicembre 2015, infatti, Santa Margherita Gruppo Vinicolo ha investito e investirà più di 30 milioni di euro. Di questi, 11 sono destinati al rafforzamento della componente agricola; altrettanti per le cantine e 3,5 per il completamento dell’ospitalità che coinvolgerà, oltre alle strutture in Alto Adige e nel Chianti Classico, anche la sede centrale di Fossalta di Portogruaro che diventerà sempre più “aperta” ai winelover. Dal 2008 ad oggi, il totale degli investimenti , tutti in Italia, supera così i 65 milioni di euro.
“Il 2015 sarà un anno di ulteriori sfide per il Gruppo - aggiunge l’ad Ettore Nicoletto - che si pone degli obiettivi importanti sui mercati internazionali e nella propria organizzazione. Quest’anno inauguriamo la nuova cantina di Greti in Chianti che darà maggiore “corpo” al polo toscano articolato su tre realtà, Lamole di Lamole, Vistarenni e Sassoregale, tre brand di cui siamo molto orgogliosi e che stanno crescendo con ritmi importanti. Ma proseguirà anche l’impegno verso la massima sostenibilità nelle nostre lavorazioni - aggiunge Nicoletto - che già ci vede oggi completamente autosufficienti dal punto di vista energetico, grazie all’autoproduzione da fonti rinnovabili, e certificati “carbon neutral” per un’aliquota significativa delle nostre esportazioni di Pinot Grigio nel continente americano. Ribadiamo così la nostra consapevolezza e determinazione in questa scelta strategica che già oggi ci permetterebbe di presentare non pochi vini con certificazione “bio”. Sui mercati coltiviamo grandi aspettative dalla possibile inversione del ciclo economico, con segnali di ripresa anche nel mercato domestico e con un rapporto di cambio euro/dollaro finalmente “rientrato” su valori favorevoli ad un nuovo sviluppo delle esportazioni.
Gli Stati Uniti restano “il” mercato di riferimento di Santa Margherita che rafforzerà ulteriormente la presenza di tutti i suoi marchi negli States, ma segnali di sviluppo interessanti arrivano anche dall’Europa, dall’Asia (con Giappone e Australia) e dalla zona caraibica”.
Ma Santa Margherita investe anche in logiche di sistema: il Gruppo intensificherà la propria partecipazione alle attività di “Italia del Vino-Consorzio”, che dal 2009 raggruppa dodici fra le principali realtà nazionali del comparto vinicolo che rappresentano il 10% dell’export complessivo nazionale di settore, e la collaborazione con “Vyta Santa Margherita”, i nuovi “angoli del gusto” avviati nelle Stazioni di Roma Termini, Milano Centrale, Torino Porta Nuova, Napoli Centrale e Venezia Santa Lucia che in pochi mesi hanno raggiunto un fatturato importante ed un forte apprezzamento da parte della clientela, e che nel 2015 arriveranno anche a Bologna, Firenze e all’estero. E non mancherà un presenza importante del gruppo ad Expo 2015, a Milano, nell’area Eataly.
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