Un network, o forse meglio, una “santa alleanza” tra alcune delle più importanti cantine italiane, che si uniscono con l’obbiettivo di far squadra sui mercati internazionali, valorizzare i rispettivi brand, mettere a fattore comune esperienze e know how, e promuovere così, insieme, anche l’Italia tutta. Nasce l’Italian Signature Wines Academy, società consortile che riunisce, per la prima volta, sette eccellenze del vino italiano che insieme rappresentano un network da 40 milioni di bottiglie l’anno e 250 milioni di euro di fatturato, con una forte vocazione all’export. Le aziende fondatrici sono Allegrini (Veneto), Feudi San Gregorio (Campania), Marchesi de’ Frescobaldi (Toscana), Fontanafredda (Piemonte) e Planeta (Sicilia), a cui si sono appena aggiunte anche Arnaldo Caprai (Umbria) e Villa Sandi (Veneto).
Il primo banco di prova di questa alleanza è stato il Prowein di Düsseldorf dove le cantine si sono presentate unite condividendo uno spazio comune. Oggi sono a Vinitaly a Verona, ma con lo sguardo verso l’Expo 2015 che le vedrà nuovamente insieme tutte e sette nello spazio di Eataly, passando per il Vinexpo a Bourdeaux dove l’Italian Signature Wines sarà presente in un grande spazio unitario (350 mq). Ma il lato commerciale non è l’unico aspetto che interessa il gruppo e per questo i sette big del vino italiano si stanno muovendo per fare accademia vera e propria, ovvero promuovere la formazione, specie delle giovani generazioni, sviluppare ricerca e innovazione.
In questa direzione oggi al Vinitaly la nuova realtà ha sancito una collaborazione con l’Università Iulm per la promozione della formazione. “Si è concretizzata un’idea nata la scorsa edizione di Vinitaly - ha spiegato Marilisa Allegrini - un anno fa abbiamo iniziato a parlarne e abbiamo identificato le aziende fondatrici. L’idea era quella di fare squadra e sistema. Quel che ci accomuna sono valori condivisi a partire dalla qualità del prodotto, visibilità internazionale, significatività della produzione e essere realtà rappresentative della propria area di produzione. Un altro aspetto è poi il valore della famiglia dell’essere aziende famigliari”. Per Allegrini importante “è fare squadra sui nuovi mercati dal punto di vista della commercializzazione e abbiamo subito visto insieme che c’è molto entusiasmo da parte di tutti. Al Prowein tutti insieme abbiamo condiviso uno spazio comune. Il modo di fare squadra è importante e ci dà spazi sui nuovi mercati con dinamiche commerciali realizzate insieme”.
Giovanni Geddes da Filicaja (Frescobaldi) ha sottolineato il “valore della Academy. Spesso manca una formazione dal punto di vista del mercato, della strategia, del marketing e delle relazioni, ma anche della comunicazione che va fatta perché attraverso essa passa la commercializzazione dei nostri prodotti”.
Per Roberto Bruno (Fontanafredda), “l’Expo è stato un elemento di accelerazione delle nostre decisioni per definire la nostra alleanza. Svolgiamo incontri frequentissimi e questo vuol dire che c’è forte coinvolgimento e la volontà di dare concretezza a certi progetti. Tre giorni fa abbiamo organizzato un primo forum con tutti gli export manager aziende per fare networking e condividere saperi sui mercati e fare brainstorming. L’Expo è e sarà un’occasione straordinaria per metterci alla prova. Quando ci muoviamo ci muoviamo come Italia e l’Italia è il primo brand che va valorizzato”.
Antonio Capaldo (Feudi San Gregorio) ha spiegato di essere rimasto colpito dalla “genesi di questa associazione che spiega quale ne sarà il futuro. Non ci siamo messi insieme per ottenere o un finanziamento per vincere un bando. Questo è un fatto davvero raro anche nel mondo del vino. La concretezza del Prowein è stata di essere stati tutti seduti allo stesso tavolo e di aver messo insieme risorse proprie. Questa è un’associazione di cui c’era veramente bisogno e la concretezza è quello che ci caratterizzerà”.
Per Alessio Planeta (Planeta) “la Sicilia non è un posto facile perché siamo distanti dal mondo, dai mercati e dalle informazioni. Queste iniziative accorciano le distanze. Quest’anno idea di fare delle riunioni, ad esempio export manager, è assolutamente rivoluzionaria per le aziende del vino. Uno dei nostri asset più importanti sono le persone che lavorano con noi e scambiare esperienze con altre aziende molto attive è straordinario. Le nostre aziende - ha aggiunto - rappresentano regioni e aree produttive, negli anni ci siamo sempre mossi in ambiti regionali o dentro i consorzi. Muoversi insieme in ambito internazionale mi sembra nuovo modo di affrontare il mercato. Oggi abbiamo avuto un incontro con un importatore che ha un monopolio e ci ha chiesto anche un incontro con tutte aziende che formano il gruppo. Come una sorta di Nazionale”.
Giancarlo Moretti Polegato (Villa Sandi) ha spiegato di essere “entrato in un’associazione concreta, abbiamo fatto subito un programma. Non chiacchiere, ma un programma che sono sicuro si realizzerà perché siamo aziende molto attive, familiari, e credo che saremo un esempio per il mondo del vino italiano. Questa è l’unica strada per il vino italiano e noi apriamo una nuova era. Creare sinergie tra aziende già proiettate sul l’estero, che ci credono. Nostro export 70% solo in tre paesi e credo che abbiamo ancora tanta strada e tante potenzialità, e tutti insieme possiamo farcela”.
“Ho avuto una straordinaria possibilità di aderire alla Italian Signature Wines Academy - ha ammesso Marco Caprai (Caprai) - e sono orgoglioso di questa opportunità perché il vino italiano ha bisogno di queste azioni. L’importante è costruire capacità di vendita nei mercati. Siamo delle famiglie a cui piace fare impresa e questo aiuta a costruire”.
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