Quantità, fatturati e prezzi medi: sono questi i tre parametri che raccontano i trend dell’export enoico, e che delineano un panorama decisamente complesso. Se il leader indiscusso, in termini quantitativi, è la Spagna che, nel 2014, ha spedito 22,6 milioni di ettolitri di vino, staccando Italia (20,4 milioni di ettolitri) e Francia (14,4 milioni di ettolitri), in termini di fatturati la situazione cambia radicalmente: guida la Francia, a quota 7,73 milioni di euro (dati 2013, ndr), davanti all’Italia (5,11 milioni di euro) ed alla stessa Spagna, staccata, a quota 2,51 milioni di euro. Va da sé, quindi, che sul prezzo medio la situazione sia addirittura capovolta, ed il primo esportatore mondiale si ritrova ad essere il peggior venditore del mercato.
Il vino spagnolo, infatti, come racconta il web magazine “Vinetur” (www.vinetur.com) vanta la peggior redditività tra i Paesi produttori, pagato appena 1,1 euro a litro (per il vino sfuso il prezzo medio è addirittura di 0,40 euro al litro), persino meno del vino sudafricano, a quota 1,24. Al top, come sempre, la Francia, cui viene riconosciuto un prezzo di 5,37 euro al litro, mentre al secondo posto la sorpresa è la Nuova Zelanda, capace di spuntare addirittura 4,36 euro al litro. Per arrivare al terzo gradino, però, il salto è importante, e bisogna arrivare fino ai 2,55 euro al litro del Portogallo, per un soffio davanti a Germania (2,51 euro al litro) e Italia (2,50 euro al litro). Scendendo, quindi, troviamo Argentina (2,38 euro al litro), Stati Uniti (2,37 euro al litro), Cile (1,74 euro al litro), Australia (1,73 euro al litro) e, a chiudere la classifica, come detto, Sudafrica e Spagna.
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