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Cala il sipario su Vinexpo, il salone del vino di Bordeaux, ed è già tempo per le prime analisi, con uno sguardo sempre attento sul futuro. A WineNews, lo Chief Executive Officer di Vinexpo, Guillaume Deglise, dai trend mondiali ai prossimi obiettivi

Italia
Guillaume Deglise, Ceo di Vinexpo

Cala il sipario su Vinexpo, il salone del vino di Bordeaux, ed è già tempo per le prime analisi, con uno sguardo sempre attento sul futuro. A WineNews è lo Chief Executive Officer di Vinexpo, Guillaume Deglise, a tirare le somme, a partire dalle certezze. “Il trend più importante - spiega Deglise - è che si confermano al top del settore wine & spirits i mercati di Usa e Cina, che sono il futuro del settore, come dimostra il numero di visitatori arrivati da questi due Paesi. E poi la crescita del vino rosato, sempre più importante in tutti i Paesi produttori, principalmente Francia, Italia e Spagna. E poi la crescita degli ultimi anni degli spumanti e dell’enoturismo, che fa parte dell’innovazione che abbiamo visto qui a Vinexpo: è una realtà consolidata nei Paesi del Nuovo Mondo, ed oggi si sta sviluppando anche in Europa”.

Come detto, però, chiusi i battenti a Bordeaux, nel mirino ci sono le tappe 2016, lontane dalla Francia. “Il futuro prossimo - continua Deglise - sarà l’organizzazione di Vinexpo ad Hong Kong, nel maggio del 2016, cui seguirà, a novembre dello stesso anno, Vinexpo Tokyo, dove torniamo dopo due anni, perché abbiamo visto che l’interesse dei giapponesi per il nostro salone è forte. Poi ci sarà, forse, l’opportunità di tornare negli stati Uniti, il mercato principale per noi, ma non c’è ancora nessun progetto concreto. Per il 2017, ovviamente, torneremo a Bordeaux, ma con un’edizione che durerà quattro giorni, e non più cinque”.

Va da sé che, con la crescita di ProWein in Germania e con l’importanza di Vinitaly in Italia, Vinexpo debba trovare una sua specificità ed una sua identità. “Il nostro obiettivo - spiega ancora Deglise - è quello di fare un salone unico, in cui non si facciano solo affari, ma anche eventi su vino e distillati. In questo senso credo che Vinexpo sia unico, perché organizziamo sì gli appuntamenti di affari, ma anche conferenze sui grandi temi che riguardano il nostro settore, a cominciare dai mercati. Siamo qualcosa in più di un salone, un vero e proprio evento, per questo non vorrei paragonarlo con altri eventi o salone (come Vinitaly e ProWein, ndr). La differenza tra la Germania e la Francia, essenzialmente, è che noi siamo un Paese che produce tanto vino ma che consuma solo vino francese, mentre la Germania consuma tanto vino importato, quindi è più difficile per noi attrarre visitatori ed espositori stranieri, anche se rimane proprio questo il nostro obiettivo, rendere Vinexpo sempre più internazionale”.

Tra le certezze, il fatto che Vinexpo “rimarrà biennale, perché così abbiamo la possibilità di riunire i professionisti del settore ogni due anni, i più importanti dai cinque Continenti. In questa edizione, abbiamo ospitato espositori da 44 Paesi, ma abbiamo ricevuto visitatori da 150 Paesi diversi, che hanno fatto di Vinexpo un salone ancora più grande, in cui abbiamo sviluppato altri eventi, oltre al business, dai tasting alle master class, che adesso fanno parte dell’universo Vinexpo”.

Messa da parte la competizione, poi, Deglise sottolinea come “l’Italia, per noi, è molto importante, dopo la Francia è il Paese con più espositori, davanti alla Spagna, ed è importante anche a livello di visitatori, perché qui ci sono tanti importatori italiani che giocano un ruolo importante sul mercato italiano: è il quinto Paese per partecipanti dopo Cina, Usa, Spagna e Inghilterra”.

Novità di quest’anno, la sinergia con Wine Spectator, che “ha dato ottimi risultati, è iniziata solo quest’anno, ma continuerà, già dalle tappe di Hong Kong e Tokyo. È una partnership molto sensata, stiamo parlando del leader mondiale tra i magazine enoici del mondo, e del salone leader del settore, è normale sviluppare relazioni forti e solide. Abbiamo avuto anche aziende, come Antinori, che sono tornate a Vinexpo dopo tanti anni, e questa è una buona notizia, esattamente come il ritorno, dopo più di 15 anni, di Frescobaldi.”

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