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WineNews - Bollicine regine delle Feste? Non questo Natale. Il “re” è un rosso: il Barolo, in testa ai desideri di chi sogna vino sotto l’albero e etichetta da stappare a tavola, dove lo Champagne guida la rivalsa delle bollicine
di Emma Lucherini

Bollicine “regine” delle Festività? Non per questo Natale. Il “re” della festa è un rosso: il Barolo, in testa ai desideri di chi sogna di trovare un vino sotto l’albero (9 eno-appassionati su 10), seguito, tra le bottiglie che si vorrebbero ricevere in dono, dai Supertuscan (dal Sassicaia al Tignanello, passando per il Masseto) e da Amarone della Valpolicella e Brunello di Montalcino. Ma il grande rosso piemontese è anche l’etichetta prediletta da stappare nella tavola natalizia. Dove però, le bollicine si prendono la loro rivalsa, capeggiate da Champagne, Franciacorta e Trentodoc, immancabili per brindare. A dirlo è un sondaggio di WineNews, uno dei siti più cliccati dagli amanti del buon bere, cui hanno risposto 1.066 “enonauti”, appassionati già fidelizzati al mondo del vino e del web, “secondo il quale nel prossimo Natale come sempre vincerà la tradizione di stappare grandi vini, simbolo di condivisione e convivialità e “piccolo lusso” al quale non si rinuncia e che è giusto concedersi in occasioni speciali - sottolinea Alessandro Regoli, direttore di www.winenews.it - con il vino che si conferma anche tra i regali più desiderati a Natale, e il wine and food tra i doni più amati”. Tra i canali di acquisto, si fa shopping in cantina e, a seguire, in enoteca (mentre avanza l’e-commerce). Influenzati nella scelta delle etichette dai giudizi della critica che precedono di poco le Festività? No, dice l’87% degli “enonauti”.
Natale sta arrivando, e la Festa per eccellenza della convivialità, richiede un vino degno di nota da stappare con parenti ed amici. Ma anche svegliarsi il 25 dicembre e trovare un vino sotto l’albero è il desiderio dell’89% degli “enonauti”. E se si avvera, il 65% vorrebbe che fosse un rosso, il 20,5% bollicine, il 12,5% un bianco e il 2% un vino dolce. Quale vorrebbero? Un Barolo, che guida la lista dei desideri dei wine lovers - dal Monfortino di Giacomo Conterno al Monprivato di Giuseppe Mascarello, dal Vigna Rionda di Bruno Giacosa al Gran Bussia di Aldo Conterno, dal Sarmassa di Marchesi di Barolo al Cannubi di Damilano, dal Brunate di Giuseppe Rinaldi al Cerequio di Chiarlo, dal Cannubi Boschis di Luciano Sandrone a Bric dël Fiasc di Scavino - seguito dalle etichette mito dei Supertuscan (tanto per citare i più desiderati: Sassicaia, in testa, ma anche Tignanello, Masseto, Solaia ed Ornellaia) e da Amarone della Valpolicella, sempre più amato, e Brunello di Montalcino, un grande classico. Ma gli “enonauti” spaziano anche tra i grandi rossi di Bordeaux e Borgogna. E a loro volta sono altrettanto generosi, visto che ben il 90% ha intenzione di regalare vino ad amici e parenti.
Accanto al vino dei desideri c’è poi quella bottiglia speciale che gli appassionati selezioneranno di persona per accompagnare la tavola natalizia, per piacere e per stupire i propri ospiti. E sulla maggior parte delle tavole, sarà ancora un rosso, prediletto dal 45% degli “enonauti”, seguito dalle bollicine per il 33%, un bianco per il 15% e, infine, un vino dolce per il 7%. E, ancora una volta, la maggioranza degli appassionati stapperà un Barolo, seguito dal Brunello e dall’Amarone, dal Chianti e dal Chianti Classico. Gli “enonauti” indicano anche Barbaresco e Barbera, Nobile di Montepulciano e Montepulciano d’Abruzzo, Aglianico e Taurasi, Lambrusco e Sagrantino, Negroamaro e Primitivo, Cannonau e rossi dell’Etna.
Ma non si rinuncerà certo alle bollicine che nei brindisi si prendono la loro rivincita, a partire da un grande Champagne, che in molti amano concedersi proprio a Natale, seguito dal raffinato Franciacorta e dall’elegante Trentodoc, accanto al versatile Prosecco. Il 15% sceglierà un vino bianco, dal Vermentino di Sardegna, Toscana e Liguria al Verdicchio marchigiano, dal Greco di Tufo al Fiano della Campania al Trebbiano, dai bianchi friulani a quelli dell’Alto Adige, passando per il Soave, e il 7% anche un tradizionale vino dolce, dal Vin Santo al Moscato, dal Marsala alla Malvasia delle Lipari fino al Passito di Pantelleria.
Dovendo acquistare più di un’etichetta e diverse nelle tipologie, gli “enonauti” si rivolgeranno a più di un canale di acquisto: il primo è la cantina, con la vendita diretta che torna in testa ai canali utilizzati (dal 57% degli appassionati) dopo mesi che hanno visto l’enoteca farla da padrone; enoteca che, comunque, segue a stretto giro (vi si rivolgerà il 51% dei wine lovers), seguita a pari merito, e qui sta la vera novità, dalla gdo e dall’e-commerce (indicati dal 19% degli “enonauti”) che concretamente inizia a farsi strada anche per fare shopping di vino. Di fronte allo scaffale, infine, la scelta sarà secondo il proprio gusto e la curiosità personale, con solo il 13% degli “enonauti” che dichiara di lasciarsi influenzare dai giudizi della critica.

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