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“Rappresentare gli interessi unitari del comparto, dei Consorzi più grandi e di quelli più piccoli, perché la pluralità di esperienze è il vero patrimonio della viticultura toscana”: nasce A.Vi.To, il “Consorzio dei consorzi” dei vini di Toscana

Italia
Nasce il “Consorzio dei consorzi” dei vini di Toscana, A.Vi.To, che sarà condotto da Fabrizio Bindocci, presidente del Consorzio del Brunello

Se si uniscono le proprie forze, è più facile fa sentire la propria voce. È su questo assunto che nasce A.Vi.To., l’Associazione Vini Toscana Dop e Igp, già ribattezzato come “Consorzio dei Consorzi”, che mette insieme, ad oggi, 16 Consorzi di Tutela (Chianti, Chianti Classico, Brunello di Montalcino, Morellino di Scansano, Vino Nobile di Montepulciano, Bolgheri, Denominazione San Gimignano, Maremma Toscana, Colli Senesi, Chianti Rufina, Montecucco, Vini Cortona, Chianti Colli Fiorentini, Vini Valdichiana Toscana, Vino Orcia e Valdarno di Sopra). in rappresentanza di oltre 5.100 imprese, di 200 milioni di bottiglie, per un business da 1,1 miliardi di euro ed una quota export superiore al 70%.
Un progetto non banale, nella Toscana celebre anche per i suoi tanti “campanili”, come spiegato oggi a Firenze nella presentazione ufficiale, che ha messo le radici nel 2014, quanto i consorzi del vino di Toscana si compattarono, con successo, contro il Piano di Indirizzo Territoriale proposto all’epoca dalla Regione, in qui, in sintesi, si sosteneva che ci fosse troppa vigna e si proponeva, in alcuni casi, addirittura di espiantarla e riconvertire il terreno a bosco, pascolo o seminativo. Una collaborazione che è proseguita anche su altri temi di interesse generale delle imprese vitivinicole, a partire dalla questione degli ungulati che ha portato alla recente approvazione di una specifica Legge Obiettivo da parte del Consiglio Regionale, e che ora si formalizza con la costituzione del “primo organismo unitario di rappresentanza della viticultura toscana di qualità. Un avvenimento storico per il nostro settore e la nostra Regione - si legge in una nota - perché sancisce formalmente l’avvio di un percorso comune tra organizzazioni che per decenni hanno prevalentemente curato interessi legati alle singole denominazioni ed ai singoli territori”.
Obiettivo di A.Vi.To., come anticipato a WineNews dai dirigenti dei consorzi toscani, sarà quello di fare “lobby” a livello politico in maniera ancora più efficace, visto che l’associazione “dovrà rappresentare gli interessi unitari di tutto il comparto, dei Consorzi più grandi come di quelli più piccoli, dando voce a quella pluralità di esperienze che costituisce il vero patrimonio della viticultura toscana, nonché uno dei fattori di successo che l’hanno portata ad affermarsi come uno dei principali attori del mercato internazionale. L’Associazione si propone di collaborare con le istituzioni, le associazioni di categoria e le organizzazioni professionali, per sviluppare programmi di lavoro che puntino al rafforzamento del settore, accrescendone la competitività ed il posizionamento sui mercati di tutto il mondo”.
La sede, come la presidenza, avranno una durata annuale e saranno itineranti. E il primo a ricoprire l’incarico sarà Fabrizio Bindocci, presidente del Consorzio del Brunello di Montalcino e neo presidente A.Vi.To. (il vice presidente è Luca Sanjust, proprietario della Tenuta di Petrolo e già presidente di Valdarno di Sopra Doc):
“è un progetto in cui crediamo molto ed essere chiamato a guidarlo è per me motivo di orgoglio. Questa nuova realtà nasce dalla profonda convinzione che solo muovendoci come sistema riusciremo a tutelare al meglio i nostri territori, ad ampliare e consolidare i mercati in un momento di forte competizione. Fare sistema - dice Fabrizio Bindocci, presidente del Consorzio del Brunello di Montalcino - vuol dire muoversi uniti, per promuoverci come una sola grande squadra che unisce due fattori unici ed eccezionali: il brand Toscana e le singole denominazioni, ognuno dei quali rappresenta un marchio riconosciuto a livello internazionale. Ma fare sistema vuol dire anche mettere in comune esperienze e processi per favorire il ricambio generazionale e far crescere, con il giusto spirito di squadra, coloro che in futuro saranno chiamati alla guida dell’enologia toscana ed italiana. Con questa iniziativa vogliamo aprire una nuova strada, un nuovo modo di fare cultura e promozione in Italia”.
“È una grande soddisfazione vedere trasformato in associazione il tavolo instaurato due anni fa - aggiunge Giovanni Busi, presidente del Consorzio Vino Chianti, il più grande della regione e tra i capofila e promotori del progetto - per parlare di problemi comuni. Credo che questa associazione darà grandi risultati, attraverso le organizzazioni di categoria, le istituzioni, la politica, a favore dell’intera filiera vitivinicola e dell’immagine della Toscana e dell’Italia nel mondo”.
Gli fa eco il presidente del Consorzio Vino Chianti Classico, Sergio Zingarelli: “per molti aspetti la costituzione dell’Associazione segna un punto di svolta nella viticultura toscana, perché da oggi potremo finalmente disporre di uno strumento unitario per agevolare il confronto con le istituzioni, regionali e non. Per competere con successo sui mercati dobbiamo imparare a pensare e ad agire come un sistema unitario, in cui aziende ed istituzioni, ognuno per la propria parte, concentrano gli sforzi verso obiettivi condivisi”.
“Un’iniziativa alla quale aderiamo con molto entusiasmo, nell’ottica di riconoscere l’impegno dei consorzi vitivinicoli ad unire gli sforzi - aggiunge il Presidente del Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano, Andrea Natalini - e farsi voce unica di un comparto in cui la frammentazione non aiuta certamente. Il “Sistema Vino” toscano ha capito ormai che l’unione fa la forza. Lo abbiamo dimostrato nella vicenda del Piano di Indirizzo Territoriale (Pit) , e in base a quella esperienza vogliamo dotarci di una strategia unitaria per consentire alle eccellenze della nostra regione di emergere sul mercato, soprattutto su quello internazionale”.
“La realtà dei consorzi di tutela in Toscana è ormai parte della storia di questi ultimi cinquanta anni, nei quali si sono sviluppati i vini a Denominazione di Origine. Con la costituzione di A.Vi.To. - spiega ancora Letizia Cesani, alla guida del Consorzio della Denominazione di San Gimignano - si formalizza un’attività di collaborazione tra i Consorzi Toscani che si è andata intensificando a partire dal Pit, e noi siamo convinti che lavorare insieme sia l’unico modo per rendere più incisive le funzioni di tutela e valorizzazione che tutti perseguiamo. Un organismo agile e senza costi di struttura com’è A.Vi.To. va incontro alle esigenze di razionalizzazione ed efficienza che chiedono le nostre aziende, e siamo certi che contribuirà a favorire lo sviluppo della viticultura toscana, rappresentando con voce unica ed autorevole gli interessi di tutta la filiera”.

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