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In UK i Millennials la fanno sempre più da padrone nei consumi di vino, e nascono i “Generation Treaters”, per i quali il vino è una bevanda sociale e il suo prezzo indicatore di qualità. E i baby boomer, nel frattempo, riducono consumi e interesse

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Anche in Uk cresce il peso dei Millannials sui consumi di vino

Secondo un recente report di “Wine Intelligence” (www.wineintelligence.com), nel Regno Unito sta finalmente realizzandosi quel ricambio generazionale che in molti altri paesi si annuncia - e si auspica - da tempo; i baby boomer sono sempre meno interessati al vino, e quindi meno disposti ad aprire il portafogli per una bottiglia, specie se hanno un reddito disponibile non eccelso, ma nel frattempo i consumatori sotto i 35 anni, specialmente se con un reddito sopra la media, sono sempre più interessati al nettare di Bacco, al punto che sono ora responsabili di quasi un terzo della spesa totale per l’acquisto di vino nel Regno Unito.
Stando allo “UK Portraits 2016 Report”, la sottocategoria della generazione Millennials più vivace da questo punto di vista è quella dei cosiddetti “Generation Treaters” - in soldoni, coloro che sono più disposti a “coccolarsi” con una bottiglia di vino, e nati in linea di massima dopo il 1980 - dato che la loro percentuale di spesa in vino è cresciuta dal 24% al 31% tra 2013 e 2016, e questo senza alterare il loro peso demografico, che è pari a circa l’11% dei consumatori regolari di vino britannici. La loro età è bassa e la loro cultura enoica è ancora in fasce, ma in compenso la curiosità è tanta, e sono particolarmente propensi a consumare vino nel settore “on trade”, al punto da rappresentarne il 29% del totale in volume e il 40% in valore. Inoltre, per loro il vino è una bevanda dotata di un grande valore sociale, e il report ha notato una loro tendenza a considerare il prezzo come indicatore di qualità, fatto questo che si traduce in una soglia di spesa minima per bottiglia che dovrebbe assicurare un certo standard qualitativo.
Altro settore demografico molto interessante e vivace è quello degli “Intenditori Avventurosi” - il 10% circa dei bevitori abituali, ma il cui peso sugli acquisti totali è circa il 15%, mentre il tradizionale settore “core” dei bevitori “Casalinghi e Abituali”, in massima parte 40enni e 50enni, rappresenta oggi il 24% dei consumatori, ma la loro percentuale di spesa sul totale è di appena il 19%. Panorama mutevole anche per quanto riguarda le modalità di acquisto, e questo indipendentemente dai segmenti demografici: si compra molto meno vino in Gdo “in prima persona”, ma si utilizzano sempre di più sia i siti Web dei supermercati che i venditori indipendenti e i discount. Infine, puntualizza “Wine Intelligence”, il fenomeno Prosecco ha lasciato il segno in più segmenti della popolazione britannica di bevitori abituali.

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