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“I miei vini per la Carlsberg (private label)”: Angela Velenosi, alla guida della Velenosi Vini, racconta a WineNews l’incontro-unicum con il colosso mondiale della birra e l’azienda marchigiana. Risultato? “Sofio”, una linea di vini dedicata

Italia
Angela Velenosi

Ma quali rivali: il vino e la birra, forse, non sono mai stati così vicini. “Abbiamo incontrato Carlsberg al Vinitaly. Hanno una grande distribuzione nel mondo dei loro prodotti ed erano interessati ad avere una nostra referenza nei loro assortimenti italiani ed anche esteri. Il risultato? Abbiamo studiato insieme un’etichetta dedicata: si chiama “Sofio” per richiamare un prodotto “naturale” (siamo in attesa della certificazione biologica) ed è un vino Velenosi con etichetta privata di Carlsberg. Stiamo lavorando su quattro tipologie, il Rosso Piceno, la Passerina, il Falerio e la Lacrima di Morro d’Alba. È un progetto nato un anno fa - ma abbiamo prodotto già 200.000 bottiglie - tenuto in sordina perché era un esperimento fatto solo in Italia. Ha funzionato, e da quest’anno arriverà anche all’estero, dalla Svizzera al Belgio, all’Olanda. È un’esperienza che non avremmo mai immaginato”. Così Angela Velenosi, alla guida della Velenosi Vini, racconta a WineNews, l’incontro con la Carlsberg. Un unicum, che ha portato alla nascita di una linea di vini private label di un colosso mondiale della birra, tra i più importanti produttori al mondo, presente in 50 Paesi e con un fatturato superiore agli 8 miliardi di dollari, prodotta da “una realtà enoica marchigiana da 2,4 milioni di bottiglie prodotte e un fatturato “di Gruppo” da 12 milioni di euro nel 2015, il 65% all’export, in crescita anche in Italia”.
L’etichetta raffigura un soffione, il fiore del tarassaco, “il cui nome già racconta una storia - spiega Velenosi - dal greco, è la fusione tra “tarake” che significa turbamento e “akos” che vuol dire rimedio, il rimedio leggero ad ogni pensiero gravoso, che sparisce con l’abitudine di adulti e bambini di soffiare la sua palla di semi leggeri, mentre si esprime un desiderio come quelli di chi stappa un vino, in allegria, senza dimenticarne le radici che lo legano al territorio”. Una comunicazione semplice, diretta e un po’ spensierato, forse più vicino alla birra che al vino, o comunque “prove tecniche” di scambio e collaborazione tra due mondi non così lontani.
Info: www.velenosivini.com

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