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La Valpolicella blocca la crescita del suo vigneto a denominazione fino al 2019. Per il Consorzio Vini Valpolicella è una misura necessaria per “calmierare l’offerta sul mercato e mantenere la redditività del comparto”. Dal 2000 al 2015 ettari a +45%

Se in Italia le richieste per nuove autorizzazioni per impiantare vigneti nel 2016 (66.000 ettari) sono state 10 volte superiori alla disponibilità che il nuovo regime europeo consente (6.400 ettari, l’1% massimo della superficie nazionale), c’è anche chi, almeno a livello di denominazione, per ora ha deciso di non crescere più, almeno a livello di estensione del proprio vigneto. È il caso della Valpolicella, uno dei territori più importanti dell’Italia del vino e di una Regione, il Veneto, che anche grazie all’Amarone, vino principe della denominazione, esporta da sola oltre 1,6 miliardi di euro (quasi terzo del totale italiano di 5,5 miliardi di euro, ndr), e che ha prorogato il blocco degli impianti fino al 2019 (reiterando una misura attivata nel luglio 2010). “Questo si inserisce in un valutazione di lungo periodo per calmierare l’offerta sul mercato e mantenere la redditività del comparto”, spiega una nota del Consorzio di Tutela Vini Valpolicella (www.consorziovalpolicella.it).
“L’aumento del 15% della superficie vitata iscritta alle denominazioni vini Valpolicella dal 2010 ad oggi e la prospettiva di ulteriori 533 ettari che entreranno in produzione nei prossimi due anni ci hanno convinto - ha spiegato il presidente del Consorzio Christian Marchesini, presidente del Consorzio di Tutela Vini Valpolicella - di concerto con le associazioni professionali di categoria a chiedere alla Regione Veneto la prosecuzione della sospensione temporanea dell’iscrizione dei vigneti allo Schedario Viticolo Veneto”.

Secondo l’Ente di tutela è necessario non aumentare la superficie coltivata per mantenere, in base alle attuali giacenze e imbottigliamenti, un trend stabile dei volumi immessi al consumo che sia sostenibile da parte degli attuali canali di vendita con conseguente stabilità sia dei prezzi sia degli standard qualitativi. La situazione di mercato non è preoccupante, i prezzi sono stabili, tuttavia l’ulteriore prossimo aumento dell’offerta va gestito per tutelare la remuneratività della filiera. Per questo l’attuale misura prevede anche un’ulteriore riduzione della deroga all’impianto prevista per chi già possiede ettari in Valpolicella, che passa da 1 ettaro a mezzo ettaro una tantum per tutto il periodo di vigenza della misura.
“Grazie al successo dei vini della Valpolicella - spiega Olga Bussinello, direttore del Consorzio - la superficie vitata è aumentata del 45% dal 2000 al 2015, passando da 5.229 a 7.596 ettari, e la produzione totale di uve di oltre il 55%, da 534.451 a 831.556 quintali. Il livello attuale di rivendicazione della denominazione è prossimo al limite massimo e quindi, salvo che in annate meteorologicamente avverse, avremo comunque un aumento di produzione”.
L’intervento richiesto alla Regione Veneto (il decreto è pubblicato sul bollettino ufficiale del 10 giugno, ndr) non ha trascurato di valutare i volumi di export e l’andamento dei consumi nei principali mercati dei nostri vini, in particolare negli Stati Uniti, Gran Bretagna e Italia, dove emerge un andamento stabile nel breve e medio periodo per le vendite. Sul fronte della promozione all’estero, il Consorzio è impegnato sia in Paesi dove è necessario consolidare il mercato, sia in quelli in cui serve un’azione “precompetitiva” per aprire nuovi sbocchi commerciali. Un impegno forte che ha portato recentemente i vini Valpolicella ad eventi organizzati negli Stati Uniti, Austria, Canada, Taipei e Shangai, e a fiere internazionali in Germania, Italia ed Hong Kong, oltre che in degustazioni organizzate in tutta Italia.
“Riteniamo molto importante - prosegue Marchesini - condividere in questi mesi con i grandi imbottigliatori l’andamento dei mercati per affrontare con intelligenza e lungimiranza le prossime vendemmie, iniziando da quella 2016. Inoltre contiamo su una presa di coscienza da parte degli imbottigliatori fuori zona, autorizzati dal Ministero e inseriti nel sistema di tracciabilità, che anche su di loro incombe la responsabilità della qualità di ciò che immettono in commercio ancorché molti di loro non hanno un rapporto diretto con il Consorzio e quindi con il territorio”.
Sul fronte della qualità delle uve destinate alla produzione di vini Valpolicella, il Consorzio si sta impegnando attivamente dal 2010 per il miglioramento della viticoltura. L’ultimo progetto è l’attivazione, dal 2016, di un protocollo di certificazione integrata della produzione, nel programma “Riduci Risparmia Rispetta”, che ha partner importanti, come Siquria spa e Crea-Vit di Conegliano, e l’appoggio di sette comuni della Valpolicella (il 75% della superficie vitata). Il progetto nel 2016 comprenderà 19 aziende per un totale di 211 ettari.

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