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Il voto sulla Brexit del 23 giugno, con cui la Gran Bretagna deciderà se restare o meno in Unione Europea, tiene con il fiato sospeso anche il mondo del vino: c’è timore per la tenuta della sterlina, ma quello britannico è un mercato fondamentale

Italia
Voto Brexit tiene con il fiato sospeso anche mondo del vino

L’Europa trattiene il respiro, fino al 23 giugno, nell’attesa del voto sulla Brexit, ossia sull’eventuale uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea. Una possibilità, secondo gli ultimi sondaggi, tutt’altro che remota, e che aprirebbe a scenari mai neanche presi in considerazione. Gli effetti sono imprevedibili, ma quello che è certo è che si aprirebbe una stagione nuova, di incertezza ed instabilità, non tanto in Unione Europea, quanto proprio a Londra.
Dove uno dei principali wine merchant, BI, è tutt’altro che tranquillo, come racconta al magazine Uk “Decanter” (www.decanter.com) l’amministratore delegato Gary Boom: “l’incertezza, che per forza di cose verrebbe fuori da un voto in favore della Brexit, porterà necessariamente ulteriore volatilità, che generalmente non è gradita in alcun mercato. La sterlina continua ad indebolirsi nei confronti dell’euro via via che il voto si avvicina, e sembra probabile un calo ulteriore in caso di Brexit: questo, ovviamente, si tradurrebbe in un aumento dei prezzi, già dai nuovi stock, con effetti immediati sugli scaffali. Al contrario - continua Boom - se i cittadini britannici decidessero di rimanere nella Ue, la sterlina tornerebbe a rafforzarsi”.
Non c’è, invece, alcun timore sul fronte di eventuali dazi che, in fin dei conti, non porterebbero vantaggi a nessuno, tantomeno ai Paesi produttori, come dimostra un certo immobilismo sul mercato di Boreaux, dove i grandi wine merchant stanno aspettando proprio il 23 giugno, ma solo nella speranza che il cambio torni ad essere un po’ più conveniente. Nella piena consapevolezza che, vada come vada, la Gran Bretagna è uno dei principali mercati enoici al mondo.

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