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Dopo la nascita della Fondazione del Brunello, l’obbiettivo nel futuro più che prossimo è individuare progetti di sviluppo e recupero per far crescere il territorio: lo farà il presidente Patrizio Cencioni da oggi alla guida del Consorzio

Non una prima volta - visto che torna al timone dopo l’esperienza del 2008 - ma “un deja vu” per il nuovo presidente del Consorzio del Brunello di Montalcino: Patrizio Cencioni (a capo della tenuta Capanna, uno dei nomi storici del territorio), eletto oggi dal nuovo cda della celebre docg toscana (i vice sono Andrea Machetti, dg nella cantina Mastrojanni del gruppo Illy, ed i giovani vignaioli Riccardo Talenti, Talenti, e Tommaso Cortonesi, La Mannella). È, invece, una prima volta ciò che lo aspetta nel triennio 2016-2019 alla guida del Consorzio, dopo il via libera alla neo nata Fondazione del Brunello dall’assemblea dei vignaioli, pronti a “tassarsi” per 1-2 centesimi a bottiglia (150-200.000 euro l’anno), da destinare a progetti ed idee che facciano crescere un territorio che non sia solo “vetrina” di un prodotto simbolo del made in Italy enoico, conosciuto ed esportato in tutto il mondo (70%). Sono proprio i progetti di sviluppo e di recupero da individuare, il primo obbiettivo nel futuro più che prossimo del Consorzio.
Nel recente passato, intanto, da un “health check” di WineNews, c’è il successo di una vendemmia 2010 che ha portato le cantine del territorio al quasi “tutto esaurito” (comprese le scorte delle vendemmie precedenti), con le quotazioni delle sfuso che, viaggia in media ad 885 euro ad ettolitro (secondo gli ultimi dati Ismea disponibili ad aprile 2016), ma che sfiorano i 1.000 euro al quintale, ed un vero e proprio “Risiko” in corso su terreni e proprietà, con tante aziende passate di mano nell’ultimo anno in un territorio in cui un ettaro di vigneto, grazie al successo del vino sul mercato e tra la critica internazionale, è quotato sui 400.000 euro, con una percentuale di incremento di valore del 2.474% dalla nascita della Doc ad oggi che se ne celebrano i 50 anni.

La nascita della Fondazione, lasciata in eredità dal passato cda del Consorzio del Brunello (accanto ai lavori per la nuova sede nell’ex Convento di Sant’Agostino, luogo simbolo del tessuto urbano di Montalcino), va ora nella direzione del ruolo che i Consorzi ambiscono a rivestire verso i propri territori, da ente di tutela ad attori insostituibili della crescita e promozione di un brand come quello del Brunello di Montalcino, tra i più forti a livello mondiale. Scopo della Fondazione è proprio quello di finanziare progetti di sviluppo del territorio su diversi fronti, dal turismo al recupero e restauro di beni artisti e culturali, ma anche nel sociale e per l’integrazione in un Paese, Montalcino, in cui, grazie ad un “melting pot” consolidato e virtuoso, vivono persone di oltre 15 nazionalità diverse. Non a pioggia, ma, di anno in anno, puntando su progetti e idee concrete e ben delineate.
Con la maggior parte delle risorse che dovrebbe arrivare grazie ad un contributo volontario dei produttori, quantificabile in 1-2 centesimi a bottiglia, o meglio a “fascetta”, che, secondo le prime stime, consentirebbe di mettere insieme, inizialmente, un budget di 150-200.000 euro all’anno. Inoltre, la Fondazione, pur essendo espressione del Consorzio, avrà una gestione autonoma e non sarà comunque chiusa a partecipazioni e contributi esterni.


Focus - Cencioni: “potenziare il ruolo trainante del Consorzio per sviluppare l’economia di Montalcino”


Patrizio Cencioni, alla guida del Consorzio del Vino Brunello di Montalcino, con un mandato all’insegna della continuità (il presidente passato è stato Fabrizio Bindocci), consolidando quanto di positivo è stato fatto nell’ultimo triennio (nuova sede, geomappatura del territorio, crescita mercato internazionale, Fondazione) e potenziare il ruolo trainante del Consorzio per sviluppare l’economia di Montalcino “perché solo con un territorio forte c’è un Brunello vincente”: “sarà un impegno che fa leva sulla sinergia e collaborazione tra produttori, Consorzio, istituzioni e che da un lato porterà avanti alcune iniziative molto importanti già avviate dal precedente Cda come il progetto mappatura del territorio e la Fondazione Brunello di Montalcino, altro grande strumento di crescita del “sistema Montalcino”. Dall’altro sarà impegnato a ampliare e consolidare il brand Brunello sul mercato internazionale, soprattutto in quelle aree potenzialmente molto interessanti ma dove la concorrenza è forte. L’obiettivo del Consorzio è infatti quello di svolgere un ruolo oggi sempre più cruciale cioè di agenzia di sviluppo territoriale perché solo con un territorio forte c’è un Brunello vincente. Ciò anche attraverso un nuovo modo di fare promozione e raccontare il vino. Puntando sui giovani, come dimostra la scelta dei vicepresidenti. Vogliamo far capire al mondo che il Brunello è unico perché è frutto di un sistema basato sulla complementarietà tra i grandi produttori, che rappresentano alcuni dei player più importanti del sistema vitivinicolo nazionale, e i piccoli vignaioli, custodi della tradizione e dell’alto artigianato enologico. Ma non solo, ci sono le storie, i saperi, le competenze e le strutture di un territorio secolare. In tal senso la ricorrenza dei 50 anni dalla fondazione saranno un’occasione eccezionale intorno cui costruire nuove iniziative di valorizzazione del Brunello e del territorio”.

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