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Osservatorio del Vino: comincia bene il 2016 del commercio enoico tricolore, con le esportazioni che, nel primo trimestre, crescono del 3% sullo stesso periodo del 2015, a quota 1,23 miliardi di euro, grazie ai vini a denominazione ed alle bollicine

Italia
Antonio Rallo, presidente Unione Italiana Vini

Comincia bene il 2016 del commercio enoico tricolore, con le esportazioni che, nel primo trimestre, crescono del 3% (sullo stesso periodo 2015), a quota 1,23 miliardi di euro, come raccontano gli ultimi dati Istat elaborati da Ismea per l’Osservatorio del Vino dell’Uiv - Unione Italiana Vini (www.uiv.it), con un merito in particolare ai vini a denominazione, che fanno registrate un +11% a valore ed un +7% a volume; bene anche le bollicine, che confermano il proprio appeal a quota 230 milioni di euro (+21%) e 678.000 ettolitri (+26%), trainati dal Prosecco, con un incremento del 31% a valore (174 milioni di euro) e del 33% a volume (461.000 ettolitri).

Gli Stati Uniti sono ancora il mercato di riferimento, che continua a crescere con un incremento in valore del 5%, per un corrispettivo di 330 milioni di euro, mentre per il Regno Unito l’export vale 152 milioni di euro (+7%), con l’Austria che fa registrare un lusinghiero +13% in valore (22,5 milioni di euro). Buone notizie dalla Cina, dove il vino italiano cresce in valore del 15% (21 milioni di euro) e in volume del 17% (65.000 ettolitri). Nota positiva dalla Russia, che ha finalmente ripreso a crescere con un +6% in valore (11 milioni di euro) e un + 11,6% in volume (47.000 ettolitri. L’import dei primi 3 mesi 2016, invece, vede una frenata significativa, segnando un -10% in valore (57 milioni di euro) e un -48% in volume (380 mila ettolitri).

“Il 2016 si prospetta un anno molto interessante per il vino italiano. È presto - commenta Antonio Rallo, presidente dell’Osservatorio del Vino - per parlare di bilanci, ma la tendenza è decisamente positiva  in particolare, è in salita la domanda estera di vini italiani a denominazione, ma buoni risultati si registrano anche sui vini fermi Dop testimoniando come il successo degli spumanti italiani stia “contagiando” anche altri prodotti vinicoli che continuano la crescita seppur a ritmi più sostenuti. Anche se siamo solo al principio dell’anno, questi dati parlano chiaro - continua Antonio Rallo - è evidente che la qualità italiana sui mercati stranieri venga recepita in modo netto e che i nostri prodotti siano riconosciuti come ambasciatori del miglior made in Italy. Il calo ormai strutturale dell’export dei vini comuni e sfusi in favore dei prodotti di qualità, sollecita uno sforzo ulteriore che dobbiamo fare come sistema paese per conquistare nuove quote di mercato per i nostri vini a Denominazione di Origine, non accontentandoci di crescere solo a valore proprio in virtù del fatto che la richiesta di vino è orientata verso prodotti i qualità. Il 2016 dovrà essere l’anno in cui si ricomincerà a vedere incrementi sui volumi dei vini a Do, migliorando ulteriormente le performance del valore delle esportazioni. La progressione dell’export - conclude il presidente Rallo - incide positivamente anche sulle quotazioni dei vini nel mercato interno, segno che la catena del valore del vino sta portando risultati positivi su tutti gli anelli della filiera. La cultura del consumatore sta cambiando in modo radicale, sia nel mercato interno sia in quello estero. L’imperativo, pertanto, è continuare a percorrere la strada della qualità per affermare, insieme al nostro vino, i nostri valori e le nostre tradizioni, unici al mondo e apprezzati da un pubblico sempre più ampio”.

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