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Nuovo record enoico per la California: 276 milioni di casse vendute nel 2015, sia dentro che fuori gli States, per un valore di mercato di 31,9 miliardi di dollari. In testa ai mercati esteri l’Ue, seguita da Canada, Hong Kong e Giappone

Italia
I vigneti della California il cui business del vino vale oltre 31 miliardi di euro

Complice una vendemmia 2015 piuttosto avara rispetto alle precedenti - che ha portato a una crescita dei prezzi - la California, quel “Golden State” che è il cuore vitivinicolo degli Stati Uniti, ha raggiunto un nuovo record sul mercato interno ed estero nel corso dello scorso anno. Secondo quanto riportato dal California Wine Institute (www.wineinstitute.org), le vendite totali di vino californiano hanno infatti raggiunto i 276 milioni di casse (+2,6%) nel 2015, per un controvalore stimato di 31,9 miliardi di dollari.
Nello specifico, non solo il vino californiano soddisfa ad oggi il 60% della domanda enoica complessiva degli States, con 229 milioni di casse, ma i rimanenti 47 milioni - il 90% delle esportazioni di vino degli Usa - sono finiti in giro per il mondo, con l’Unione Europea che riveste il ruolo di mercato principale (622 milioni di dollari), seguita da Canada (461 milioni), Hong Kong (97 milioni), Giappone (96 milioni), Cina (56 milioni), Nigeria (29 milioni), Messico (26 milioni) e Corea del Sud (23 milioni). I motivi di questo exploit sono molteplici: innanzitutto, la vendemmia 2015, comparativamente più povera delle precedenti, ha, come detto, contribuito a far salire i prezzi, ma a questo dato momentaneo se ne aggiungono altri di ben più ampia portata, ovvero la presenza sempre più marcata dei wine lovers appartenenti alla generazione dei “Millennials”, che negli Stati Uniti sono ormai un terzo dei consumatori di vino sopra i 21 anni, e la contemporanea crescita della domanda per le bottiglie sopra i dieci dollari.
Questo segmento “premium”, che è responsabile di un quarto delle vendite in volume ma della metà degli introiti complessivi, ha infatti ampiamente ammortizzato il calo delle vendite delle etichette prezzate sotto i dieci dollari, e questo ha a propria volta fatto crescere gli incassi enoici della gdo a stelle e strisce ben tre volte di più delle vendite totali (6% contro 2%). Inoltre, la crescita della domanda di vino negli States ha a propria volta alimentato l’offerta di vino nel variegato ecosistema della gdo statunitense: secondo Danny Brager, vice presidente del settore dedicato al beverage di Nielsen, “il numero di supermercati che vendono vino ha raggiunto le 30.000 unità, con una crescita di 1.700 punti vendita rispetto al 2011”. In tema di varietali, infine, nel segmento “off-trade” i vini da tavola che riscuotono il maggior favore del pubblico sono a base di Chardonnay (21%), Cabernet Sauvignon (14%), blend di rossi e rossi dolci (10%), Pinot Grigio/Gris (9%), Merlot (8%), Pinot Noir (5,5%), Moscato (5%), Sauvignon Blanc (5%) e White Zinfandel (4%).

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